La Camera d’Appello del Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia ha confermato, nella giornata di mercoledì 8 aprile, la condanna all’ergastolo per Zdravko Tolimir (66 anni), per aver partecipato, come co-autore, alla strage di Srebrenica e al trasferimento forzato della popolazione bosniaca musulmana da Srebrenica e Zepa.
La sentenza
Il verdetto della Camera d’Appello del Tribunale, con sede all’Aja (Olanda), presieduta dal giudice Theodor Meron, ha confermato le condanne a carico di Tolimir per genocidio, sterminio, omicidio, persecuzione e atti inumani.
La sentenza ha parzialmente modificato il capo di condanna per genocidio con riferimento al trasferimento della popolazione bosniaca musulmana da Zepa, e quello per omicidio, con riferimento all’uccisione di sei uomini bosniaci musulmani vicino a Trnovo da parte dell’unità “Scorpion”. La corte non per questo avrebbe però negato che la popolazione di Zepa sia stata vittima di genocidio.
La sentenza ha confermato l’ergastolo per Tolimir, avendo ritenuto sufficientemente provato il suo coinvolgimento nella strage di Srebrenica e Zepa, crimini sufficientemente gravi per confermare la sentenza di primo grado.
Il contesto in cui si sono verificati i fatti
I fatti addebitati a Tolimir, considerato braccio destro di Ratko Mladić, si sono verificati tra i mesi di marzo e novembre 1995, a Srebrenica e Zepa, enclavi dichiarate “zone di sicurezza” da una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 1993, e su cui la missione UNPROFOR aveva il compito di vigilare.
Il massacro di Srebrenica
Nel luglio 1995, il generale Mladić ordinò il massacro di circa ottomila uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana nella città di Srebrenica, conquistata l’11 luglio dalle forze serbo-bosniache, dando così origine a quello che è considerato il massacro più grave avvenuto in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale, e classificato dalla giustizia penale internazionale come genocidio.
Il ruolo di Tolimir
All’epoca Tolimir rivestiva il ruolo di capo dei servizi segreti e della sicurezza delle forze militari dei serbi di Bosnia. Secondo la ricostruzione del Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia, egli aveva piena cognizione di ciò che sarebbe accaduto a Srebrenica e Zepa. Il 9 luglio 1995, Tolimir avrebbe reso noto l’ordine del Presidente Karadžić di prendere Srebrenica. Avrebbe anche suggerito di utilizzare armi chimiche per costringere alla resa la resistenza musulmana.
Tolimir dopo la cessazione delle ostilità
Tolimir, cessato il conflitto con gli accordi di Dayton, nel novembre del 1995, divenne per breve tempo consigliere di Biljana Plavšić, presidente dei serbi in Bosnia, poi condannata per crimini contro l’umanità. Nel 2005, quando venne formulata l’imputazione nei suoi confronti, Tolimir si diede alla fuga, ma due anni dopo venne catturato e trasferito all’Aja.
Le reazioni della società civile
Munira Subasic, presidente dell’Associazione Madri di Srebrenica e Zepa, si è detta soddisfatta del verdetto, in quanto confermerebbe le responsabilità di Tolimir con riferimento ai tragici accadimenti del 1995, ma, allo stesso tempo, si dice insoddisfatta con riferimento alla riforma del capo di sentenza riguardante la deportazione degli abitanti di Zepa, ritenendo Tolimir responsabile, insieme con altri, anche di questi fatti.