Cpl Concordia, parla l’ex cda Verrini: spuntano i rapporti col Pd?
Cpl Concordia, sugli appalti truccati parla Nicola Verrini. Il responsabile commerciale ed ex componente del consiglio di amministrazione ha chiesto di essere interrogato martedì scorso. Cinque ore di domande da parte dei pm e le risposte di Verrini che aprono a nuovi interessanti scenari. Rientrerebbero tra questi i rapporti tra il presidente della Coop, Roberto Casari, ed il Partito Democratico, ma anche la busta contenente migliaia di euro, ritrovata a casa di quest’ultimo e arrecante la scritta “Baffo”.
Sul momentaneo silenzio, gli avvocati “Era sotto choc per l’arresto”
I magistrati hanno ricevuto la chiamata dei legali di Verrini, Massimo e Michele Jasonni, proprio al termine delle vacanze pasquali. A loro il compito di motivare il silenzio del suo assistito dinanzi alle domande del giudice: “Era sotto choc per l’arresto ma dopo qualche giorno abbiamo concordato sull’opportunità di incontrare i magistrati”. Di qui l’arrivo al carcere di Poggioreale dei sostituti procuratori Henry John Woodcock e Celeste Carrano, subito dopo l’ora di pranzo.
Il ruolo di Verrini nella Cpl Concordia
Il ruolo di Verrini all’interno della Cpl Concordia è di quelli chiave: “È entrato come tecnico di cantiere e poi ha fatto carriera fino a diventare responsabile commerciale per l’area del Tirreno e membro del consiglio di amministrazione” spiega il suo legale. Un ruolo di rilievo anche per il prosieguo dell’inchiesta. Un anno fa, infatti, alcuni manager della Coop vennero convocati come indagati nell’inchiesta riguardante gli appalti ottenuti in Campania. Spiccava tra questi quello della metanizzazione di Ischia, di recente finito sotto la luce dei riflettori. In quel momento, ricorda Jasonni, “Verrini si è dimesso dal consiglio di amministrazione e ha chiesto di essere spostato in un’altra zona commerciale per non continuare ad avere interessi professionali nell’area oggetto dell’inchiesta della Procura di Napoli”.
Verrini ha approfondito dettagli delle vicende
Ma le sue dimissioni non sono bastate al giudice. Contro di lui l’accusa di aver partecipato all’associazione a delinquere messa in piedi da alcuni responsabili della Cpl Concordia. Tangenti a politici e amministratori pubblici che Verrini, di fronte ai pm, non nega. Un fiume in piena che ne approfondisce dettagli e circostanze quello delle cinque ore di interrogatorio. Un verbale al quale si aggiungono le dichiarazioni già fatte da Francesco Simone, responsabile delle relazioni istituzionali della cooperativa.
Il rapporto tra Verrini e Simone
Verrini e Simone sono i due interlocutori dell’intercettazione dell’11 marzo dello scorso anno. Un colloquio che il giudice ha definito “di estremo rilievo per il modo in cui gli stessi distinguono i politici e le istituzioni loro referenti operando una netta ma significativa distinzione tra quelli che al momento debito si sporcano le mani (“mettono le mani nella merda”) e quelli che non lo fanno”. Lì il noto riferimento alla Fondazione Italianieuropei di Massimo D’Alema.
A casa di Casari la busta “Baffo” con 16 mila euro
Durante la perquisizione a casa di Casari, i carabinieri hanno rinvenuto la busta con 16 mila euro in contanti: “Sono i soldi che tengo a disposizione per le esigenze della famiglia, se dovesse accadermi qualcosa” ha provato a spiegare. E sulla scritta a matita “Baffo”, l’indagato ha aggiunto: “Si riferisce a me che ho i baffi”.