Nella relazione settimanale dell’Istituto SWG abbiamo, come sempre, le intenzioni di voto degli italiani e alcuni quesiti politici che correlano il sondaggio.
Se il 9 aprile 2015 si fossero tenute le elezioni per il rinnovo della Camera, quale sarebbe stato l’esito? Vediamo subito la scheda fornitaci da SWG, analizzando dapprima le maggiori variazioni rispetto alla scorsa rilevazione.
Questa settimana a muoversi maggiormente è il Movimento 5 Stelle, che cresce dello 0,8 e si porta al 17,8%. Una variazione in senso opposto investe la Lega Nord, oggi stimata al 12% (-0,6). Possiamo presumere che ci sia stato un piccolo travaso tra queste due forze politiche, in quanto entrambe attualmente condividono una battaglia comune – come quella contro l’euro – mentre su altre questioni – si pensi all’immigrazione o ad altre questioni sociali e di ordine pubblico – le posizioni sono differenti. Se una parte dei “nuovi” consensi ottenuti dalla Lega Nord – talvolta da parte di elettori delusi dal M5S – era dovuto principalmente all’antieuropeismo, oggi il ritorno ai vecchi cavalli di battaglia bossiani può aver deluso una parte dei nuovi afflussi più “liquidi”, che possono facilmente tornare nell’alveo M5S.
Risulta in crescita il primo partito, ossia il PD, al 39,8% (+0,4), mentre cede uno stock analogo di consensi la coalizione NCD-UDC, ora al 3,8%. Se Forza Italia si rafforza leggermente al 14,8% (+0,2), un lieve aumento vi è anche per Fratelli D’Italia, che si colloca al 3,1% (+0,2), mentre SEL si situa proprio sulla soglia del 3% (-0,2). Gli altri partiti non supererebbero questo eventuale sbarramento previsto dalla nuova legge elettorale Italicum-Espositum in corso di approvazione.
Va notato che a non esprimere una preferenza elettorale è il 46,8%, tra i quali uno su sei circa aveva votato in passato il M5S, secondo SWG.
I quesiti politici della settimana analizzano la mobilità elettorale, innanzitutto tra partiti, e poi anche intergenerazionale. Facciamo notare che la rilevazione in questo caso è stata effettuata tra il 30 marzo e il 1° aprile 2015.
Così si compone la “torta” dei delusi dai partiti: un 42% non aveva mai votato (oppure non risponde), il 20% aveva votato centrosinistra, 18% centrodestra, 8% centro e il 12% aveva fatto delle scelte elettorali “mobili”.
Il dato secondo cui 2 figli su 3 votano come i genitori proviene invece dalla scheda successiva che analizza, a partire dalla collocazione politica famigliare, le scelte elettorali dei figli. In entrambi i casi possiamo notare che la struttura è pressapoco la stessa, perché in larga parte i figli votano un partito dell’area politica in cui si riconoscono i padri.