Proposta che farà discutere, quella dei consiglieri comunali della Lega Nord di Milano, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni. I due esponenti del Carroccio si sono fatti promotori di un‘iniziativa volta ad equiparare il comunismo al nazismo. “Mettere al bando tutti i partiti che in Italia si rifanno all’ideologia comunista. Invitiamo il Parlamento a legiferare la messa al bando di tutti i partiti che si ispirano a dottrine bolscevico-marxiste che hanno seminato terrore e morte nelle popolazioni di tutta la terra”.
“Dopo la caduta del muro di Berlino ci si aspettava che tutti i partiti rifacentisi all’ideologia comunista sarebbero stati messi al bando. Così, purtroppo, non è stato – spiegano i due leghisti, secondo cui – anche in Italia, come deciso ieri dal Parlamento ucraino, i tempi siano ormai maturi per equiparare il comunismo al nazismo”.
Il ruolo in Italia del Pci
Le affermazioni dei consiglieri comunali leghisti scontano qualche defaillance dal punto di vista storico. In particolare per ciò che riguarda le peculiarità dell’Italia. Paese nel quale, dal 1946 al 1990, è esistito il più grande partito comunista d’Occidente. I comunisti italiani, se è pur vero che hanno sempre intrattenuto rapporti molto discutibili con l’Unione sovietica, non troncando i rapporti neppure nei momenti più bui e tragici del socialismo reale, dall’altro lato hanno dato un fondamentale contributo nella lotta per la Liberazione e nella stesura della Costituzione.
Il paragone con il nazismo e con quanto fatto di recente dal Parlamento ucraino appare pertanto del tutto improprio e fuorviante, soprattutto alla luce delle peculiarità storiche italiane, in cui l’esperienza social-comunista ha contribuito, non senza drammatiche contraddizioni, alla costruzione della democrazia italiana. Divorzio, aborto, Statuto dei lavoratori: sono solo tre dei risultati concreti, ottenuti anche grazie all’attività del Pci, che indubbiamente hanno garantito una modernizzazione del paese. Che cosa questo c’entri con il nazi-fascismo francamente sfugge.