La fiducia sull’Italicum è “l’extrema ratio”, ma non rappresenta una “forzatura istituzionale”. È quanto sostiene il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini in una intervista a Repubblica. Non c’è spazio per modificare il testo, assicura. “Se serve, mercoledì prossimo voteremo la linea nella riunione di gruppo, L’abbiamo detto con chiarezza nel corso della Direzione del partito e anche nei passaggi successivi. La legge uscita dal Senato è la conclusione di un percorso” ha aggiunto Guerini. La nuova legge elettorale arriverà alla Camera il prossimo 27 aprile per l’approvazione definitiva.
“La prossima settimana si riunirà il gruppo parlamentare. Ci confronteremo, tenendo conto del lavoro fatto fino ad ora e dell’esito della direzione. Vedremo quale sarà l’opinione prevalente. Però arriva sempre il momento in cui si decide. Dovrà prevalere la linea della lealtà tra di noi. Quando si vota, l’esito è vincolante. Il punto di incontro è l’attuale legge. Spostare di nuovo l’asticella rischia di allontanare questo traguardo”.
“Si potrà mettere la fiducia come extrema ratio – ha ribadito il vice di Renzi – nel caso in cui non ci fosse un’assunzione di responsabilità. Noi non alziamo i toni. Cerchiamo solo di portare a compimento l’impegno solenne sulle riforme assunto dai partiti a inizio legislatura. Nessuna forzatura, insomma, solo un atteggiamento chiaro di fronte a questo impegno”, dice Guerini che non intravede all’orizzonte ‘appresaglie: il capogruppo Roberto Speranza si è intestato la battaglia per le modifiche all’Italicum, ma, dice il vice segretario del Pd “non esiste la volontà di mettere in discussione alcuno. Siamo di fronte a un passaggio importante, serve responsabilità. Non serve invece alzare ulteriormente i toni”.
Boccia: “C’è margine per modifiche”
“Dobbiamo chiederci se rispettando i tempi possiamo trovare delle soluzioni. Nel Piano nazionale riforme contenuto nel Def mi risulta che Renzi abbia scritto che la legge elettorale va approvata entro luglio: diamoci quel termine, ma facciamo una modifica che non consenta a nessun uomo solo al comando di decidere la classe dirigente”.
Intervistato anch’egli dal quotidiano di De Benedetti, il deputato Pd Francesco Boccia sottolinea così come ci sia ancora tempo per continuare a discutere sull’ Italicum. “Ci sono mediazioni possibili: ad esempio, tornare al Senato elettivo. Poi c’è un secondo tema che merita un confronto ulteriore: che Paese siamo? Se non siamo davvero un Paese bipartitico, per la presenza di forze come il Movimento 5 Stelle, con l’Italicum rischiamo di ritrovarci più frammentati di prima”.
“Io – continua il presidente della Commissione Bilancio della Camera – dirò queste cose al gruppo mercoledì e penso che quello sarà l’ultimo luogo dove fare una mediazione. Se ci sarà una maggioranza schiacciante contro la linea della minoranza, ne prenderò atto. Ma deve essere chiaro che le prove di forza non funzionano. Il Pd ha tante anime, anche nel Paese: una forza riformista nuova deve essere in grado di tenerle insieme”.
L’ ipotesi di un voto di fiducia? “Penso che non sia opportuno. Discutiamo un giorno in più, ma evitiamo strappi. Anche chi minaccia di non votare sbaglia, bisogna fare tutto quello che è nelle nostre possibilità per trovare una soluzione rispettando i tempi”.