Salvini e i campi rom, quanta confusione nella Lega Nord
Radere al suolo i campi rom? Cacciare gli “zingari” e sradicare gli insediamenti abusivi che infestano le periferie di mezza Italia? L’ultima sparata di Matteo Salvini continua a far discutere. E non solo per quel che riguarda la forma. Anche la sostanza, infatti, lascia più di un dubbio.
Sembra infatti che il leader di questa rinnovata Lega Nord (sempre più nazionalista e sempre meno settentrionalista) abbia rimosso le parole e l’operato di Roberto Maroni, uno dei più autorevoli esponenti del Carroccio, fino a qualche anno fa ministro degli Interni nell’ultimo governo Berlusconi. Per rinfrescare la memoria all’altro Matteo, ecco un video, ripreso da Giornalettismo, in cui Maroni inaugura il mega campo nomadi alle porte di Roma, anno 2009.
“Il Piano è una tappa importante cominciata con la decisione del governo di porre fine a una vergogna italiana e internazionale come il degrado nei campi nomadi” dichiara il titolare del Viminale a fianco dell’allora sindaco Gianni Alemanno (Pdl). “Queste iniziative -ha concluso Maroni- comportano investimenti. Il ministero dell’Interno ha messo a disposizione per Roma e Lazio 19 milioni e mezzo di euro, 16 per la Campania e 16,7 per il Comune di Milano. Più a Roma -ha scherzato il ministro- che a Milano. Risorse che vengono gestite dalle amministrazioni poiché il ministero ha assegnato direttamente a loro la responsabilità di gestirli”.
Udite udite: la Lega Nord, per bocca del suo più autorevole esponente nell’esecutivo, mette a disposizione delle amministrazioni oltre 50 milioni per la creazione di insediamenti rom. Per la precisone dieci: Camping river, Candoni, Castel Romano, Gordiani, Salone, Camping Nomentano e Lombroso”, più quello della Barbuta e più quelli, da stabilizzare, di Via Salviati e Ortolani, per un massimo di tredici complessivi.
Mafia Capitale
È ovvio che una tale profusione di risorse abbia attirato l’attenzione di personaggi dai grandi appetiti. Uno di questi è quel Salvatore Buzzi salito agli onori della cronaca lo scorso dicembre, nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. Buzzi, assieme al compagno di merende Massimo Carminati (ex terrorista Nar) e con la complicità di politici di destra e di sinistri, per anni ha gestito, tramite la Cooperativa 29 giugno, i fondi destinati all’assistenza ai nomadi. Abbiamo visto con quali modalità: mazzette, appalti truccati, bilanci falsati e fondi neri.
Per capire di cosa parliamo, basta leggere quanto riporta sul suo blog il deputato Pd Khalid Chaouki in merito al piano di Berlusconi e Maroni: “Un affaire da 60 milioni di euro, secondo stime credibili, gestito da poche mani in modo poco trasparente e discutibile, che ha portato allo sradicamento di migliaia di persone di etnia rom da insediamenti storici della Capitale e il trasferimento verso pochi, grandi villaggi affollati e fuori controllo al di fuori della cintura urbana”.
Informazioni più che sufficienti per mettere in risalto la posizione perlomeno contraddittoria di Salvini, che da mesi spara a zero contro politiche portate avanti per anni dai suoi “padrini” politici, giusto per lucrare qualche consenso in più. Ma tanto, si sa, gli italiani hanno la memoria corta.