A pochi giorni dal suo precedente intervento torna a parlare il ministro degli esteri Paolo Gentiloni. Il silenzio sui cristiani perseguitati? “Purtroppo è una malattia dell’Europa di oggi quella di voltarsi talvolta dall’altra parte. Penso a quanto accadde venti anni fa a Srebrenica”.
“Denunciare la persecuzione dei cristiani è un dovere di ogni cittadino al di là delle convinzioni religiose di ciascuno. Questa persecuzione minaccia la sopravvivenza stessa dei cristiani nei luoghi che furono la culla della fede”.
In un’intervista ad Avvenire Gentiloni invita l’Europa ad agire. “Non possiamo rinchiuderci nel nostro egoismo, illuderci di poter alzare muri o peggio alimentare campagne di odio come fa certa destra in Europa. È un errore”.
Gentiloni e immigrazione dall’Africa
“Il tema dell’immigrazione dall’Africa caratterizzerà i prossimi 20 anni, forse 40, visti i diversi livelli demografici e di benessere. Va quindi regolato, non combattuto. Un flusso migratorio regolato non sarebbe una minaccia”.
Islam
Gentiloni torna poi sulle opzioni per fermare il terrorismo di matrice islamica: “contro il Daesh (l’acronimo arabo dello Stato islamico, ndr) serve una strategia a più livelli. L’opzione militare è in campo, ovviamente limitata e proporzionata e senza immaginare di esportare modelli politici con le armi”. “Sul piano politico, la vera sfida investe il mondo islamico perchè le forze che si contrappongono al fondamentalismo abbiano la meglio”.
Rischio terrorismo in Italia
Quanto al rischio terrorismo in Italia, “dai nostri Servizi non ci sono segnalazioni particolari di minacce di attentati. Ma l’allerta delle nostre forze di sicurezza deve rimanere alta”.