Esplodere prima di partire? In Campania si può. Nella regione chiamata al voto a maggio Area Popolare – connubio di Nuovo Centrodestra ed UdC – è già ai ferri corti ancor prima di cominciare. A creare frizioni è la presenza in lista di Pietro Foglia, attuale presidente del consiglio regionale, su cui c’era stato il veto di Pasquale Sommese – braccio destro di Lorenzo Cesa in Campania – e le perplessità di Giuseppe De Mita, nipote dell’ex leader democristiano Ciriaco e a capo di una corrente in seno all’UdC mai troppo convinta della necessità del ritorno nel campo del centrodestra, un’esigenza ritenuta inevitabile da Pier Ferdinando Casini, a causa di una legge elettorale che soffocherebbe qualsiasi terzo polo.
La soluzione al problema dovrebbe essere la presentazione di due liste diverse: una di NCD e l’altra dell’UDC. Non certo un bel biglietto di presentazione. L’accordo con Berlusconi dovrebbe comunque tenere, in attesa dell’ufficializzazione prevista per il 18 aprile. Il tutto nonostante ulteriori perplessità su altri nomi che circolano – tra cui Clemente Mastella – non propriamente ben visti da tutta l’area.
Elezioni regionali, centrodestra dilaniato
Certo è che il centrodestra alle regionali si potrebbe presentare piuttosto diviso, e non solo in Campania. A parte l’Umbria – roccaforte del centrosinistra difficilmente conquistabile – l’alleanza del 2013 tra PdL e Lega sembra svanita ovunque. Dal Veneto – diviso tra Salvini e Tosi – alla Puglia dilaniata dai contrasti tra fittiani e berlusconiani, oltre alle Marche che vedono Area Popolare con il centrosinistra.
Senza dimenticare i mal di pancia liguri – con il leghista Rixi costretto a lasciare spazio al consigliere politico di Forza Italia, Giovanni Toti – ed una Toscana dove il partito azzurro sembra ancora nel buio più totale. Un vero e proprio rompicapo per Silvio Berlusconi, in proiezione di una futura ricomposizione del centrodestra ormai sempre più simile ad un miraggio.