Front National: il fondatore del partito Jean Marie Le Pen ha rinunciato alla sua candidatura alle elezioni regionali.
Un gesto “saggio”
Jean Marie Le Pen, fondatore del Front National, parlamentare europeo e deputato al Congresso di Tours, ha annunciato che non si candiderà alle elezioni nella regione sud-orientale Provenza-Alpi-Costa Azzurra (PACA) anche se pensa di essere “il migliore candidato possibile” per il partito.
In un’intervista rilasciata in esclusiva a Le Figaro, Jean Marie Le Pen ha giustificato la mossa dicendo di non voler causare alcun danno al partito. Inoltre, il controverso personaggio dell’estrema destra francese ha indicato il suo sostituto come capo-lista nella persona dell’agguerrita 25enne nipote Marion Marechal Le Pen.
Florian Phillippot, numero due del partito, ha definito “saggio” il gesto dell’ex parà. Marine Le Pen, in chiave corsa all’Eliseo nel 2017, sta cercando in tutti i modi di scrollarsi di dosso l’immagine razzista che aleggia sul partito, in qualche modo principale eredità politica lasciatagli dal padre.
L’inizio di una faida?
A Jean Marie Le Pen piace dire di essere “politicamente immortale”, tuttavia, dopo aver qualificato l’Olocausto come un “dettaglio” della seconda guerra mondiale, difeso il collaboratore dei nazisti Petain, accusato il Primo ministro Valls di essere un “immigrato”, oltre ad avallare l’alleanza con la Russia in quanto unica possibilità di salvare “il mondo dei bianchi”, sembra che la sua carriera politica sia volta al termine.
La rinuncia alla candidatura ha ufficialmente ridimensionato la sua posizione all’interno del partito: Jean Marie ha in pratica ammesso la subalternità rispetto alla figlia Marine. D’altra parte, pur essendo il presidente onorario del partito, è da tempo che le decisioni importanti vengono prese senza di lui. Inoltre, secondo un sondaggio realizzato da Odoxa, il 90% dei sostenitori del Front National pensa che sia giunto il tempo per lui di ritirarsi a vita privata.
Nello stesso sondaggio si sottolinea che, nell’opinione degli elettori, la sua espulsione avvantaggerebbe il partito. Adesso, starà a Marine Le Pen decidere se i benefici elettorali del parricidio politico varranno un faida familiare pubblica.