Il tesoretto? Un’arma di distrazione di massa. L’attacco al premier Matteo Renzi non arriva da Salvini né tantomeno da Grillo o Berlusconi, bensì da uno dei quotidiani più autorevoli d’Italia: il Sole 24 Ore. Il giornale di Confindustria ci va giù pesante con il governo: “Con dati occupazionali che restano al minimo storico e una produzione industriale che continua a deludere, dovrebbe essere chiaro a tutti che è tempo di serietà e non di distrazioni. Tanto meno di armi di distrazioni di massa per distogliere l’attenzione della pubblica opinione dai nodi veri dell’economia e dell’azione di governo”.
Il tesoretto, secondo il Sole, non esiste. Ben altre sono le questioni importanti. “Per il prossimo anno, è ormai cosa nota, Renzi e Padoan dovranno trovare 16 miliardi di euro per evitare il disastroso aumento della pressione fiscale legato all’incremento dell’Iva. Sono tagli di spesa dolorosi che dovranno trovar posto nella prossima legge di stabilità. Per quest’anno, poi, il governo non è ancora riuscito a trovare la copertura alla decontribuzione per chi assume stabilmente. Si tratta di poche decine di milioni. Eppure il decreto è rimasto fermo un mese alla ragioneria perché si individuassero quelle risorse e, alla fine, è stato sbloccato solo ricorrendo al paradossale aumento generalizzato dei contributi. Una figuraccia per il governo, che ha dovuto fare marcia indietro. Ma anche il segno di quanto sia difficile ritagliare risorse disponibili in un bilancio già sotto stress”.
Tesoretto? E’ solo deficit
E se il tesoretto davvero esistesse? Secondo il Sole non andrebbe di certo utilizzato, nemmeno per i redditi bassi. Anzi andrebbe tenuto. Ma questo problema non esiste proprio perché del tesoretto, spiega il Sole, non vi è alcuna traccia perché quei soldi “sono un deficit. Sono il differenziale, indicato nel Def, tra l’obiettivo programmatico di un rapporto deficit/Pil a 2,6% e un tendenziale di 2,5%. Da qui quello 0,1% di Pil che si potrebbe spendere. Ma è tutta roba di carta, numeri astratti e potenziali. Quella franchigia, in sostanza, si determina sulla base di un aumento del Pil che il Governo stima superiore a quello che era stato precedentemente previsto e di tassi di interesse in declino. Una previsione, dunque, non un dato di fatto. Il governo stima che cresceremo quest’anno non più allo 0,6 ma allo 0,7%”.
Il duro editoriale di Fabrizio Forquetsi chiude con post scriptum: “C’è da auspicare che la partita della paradossale copertura del taglio contributivo per chi assume a tempo indeterminato con l’aumento generalizzato dei contributi sia definitivamente superata. Purtroppo l’impegno del ministro Poletti fa riferimento a un’intenzione e non ancora a una soluzione. Speriamo che questa venga trovata presto”.