Elsa Fornero difende la riforma delle pensioni che porta il suo nome. “Le regole sono già omogenee e non c’è bisogno di cambiarle. Invece che redditi minimi sarebbe meglio creare occupazione. E spiegare con quali risorse vogliamo rendere più flessibile l’età del pensionamento” afferma l’ex ministro in un’intervista a Repubblica, sulle proposte lanciate dal presidente dell’Inps Tito Boeri ieri sullo stesso quotidiano.
A suo giudizio l’auspicata “armonizzazione delle regole previdenziali” non è necessaria, “visto che ormai tutte le pensioni, fatte salve pochissime eccezioni che in Italia ci sono sempre, sono contributive, piuttosto ritiene auspicabile un intervento in favore di chi ha avuto una carriera lavorativa discontinua, con disoccupazione e assenze e ora può essere eccessivamente penalizzato dal sistema”. Rendere più flessibile l’età della pensione è necessario? Per Fornero sì. “Anche io avrei voluto farlo, purtroppo non tutte le riforme possono essere fatte nello stesso momento. All’epoca delle mie leggi l’emergenza economica era strettissima, ma anche ora non mi pare che l’Italia sia rientrata in un’età dell’abbondanza”, risponde.
Infine Fornero ritiene l’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato non un merito del Jobs Act, ma “dello sgravio fiscale: L’articolo 18 era ancora quello antico. Non credo che gli imprenditori sentissero una particolare fobia per quella norma, ma semmai per altre ragioni relative a costi e prospettive”.
Pensioni, Gutgeld: “Serve più flessibilità”
L’idea di permettere il pensionamento anticipato in cambio di una riduzione dell’assegno “è buona e condivisibile. Il problema è che questo non è consentito dalle regole di contabilità europea in quanto crea deficit. Perciò dovremo ottenere da Bruxelles questo tipo di flessibilità, ma non è un traguardo raggiungibile in pochi mesi”. Lo dice Yoram Gutgeld, consigliere economico di Renzi e commissario alla spending review, intervistato dal Messaggero in prima pagina. “Più che riformare la Fornero – spiega – si tratta di utilizzare il metodo contributivo ma bisogna strappare il sì di Bruxelles, dunque non bisogna creare troppe aspettative”.