Non c’è più Speranza al governo o per il governo?
Speranza e legge elettorale, Renzi è stato chiaro, anzi chiarissimo. Un diktat poco democratico che sa tanto di ricatto, di spalle al muro. “La vita del governo è legata all’Italicum” ha tuonato il premier, preoccupato ancora una volta della tenuta di un posticcio che si inerpica grazie anche ai voti dei neo fuoriusciti ex berlusconiani Bondi e Repetti (decreto terrorismo).
Il pomo della discordia si concentra oggi sull’Italicum e vede Speranza nuova spina nel fianco renziano, dopo essere stato assiduo frequentatore di talk difendendo a spada tratta il partito e l’operato del governo. Oggi non più. Esce allo scoperto, smentendo ore di trasmissioni televisive, e rendendo ancor più chiaro il conflitto interno ad un movimento che non ha mai avuto un’identità politica chiara e che oggi si trova dinanzi ad una spaccatura difficilmente sanabile.
“Profondo dissenso”, le parole chiave pronunciate ieri da Speranza, parole che evidenziano l’impossibilità di trovare una linea condivisa, e il rifiuto palese di seguire una linea invece dettata e, obbligatoriamente con il ricatto, ordinata dall’alto.
L’Italicum, appare già come un altro ennesimo futile tentativo per rendere migliore l’ultima legge elettorale (porcellum) oltre la quale sembra impossibile fare peggio, ma che Renzi e co. sono molto vicini a riuscirvi, considerati il premio alla lista (piuttosto che alla coalizione che in pratica non esisterà più) e i capilista bloccati. Niente più colazione, nessun rischio che un governo possa cadere per la venuta meno di un partito facente parte della stessa, tutti assieme sotto lo stesso simbolo, e, considerato il premio, un solo unico partito al comando. Questo il disegno renziano per le prossime elezioni nazionali, molto berlusconiano (con le liste bloccate) e ben poco democratico. Un sistema sconosciuto a qualsiasi altra democrazia sulla faccia della terra, da qui appunto la definizione di Italicum.
Ora la deriva autoritaria espressa da molti fronti a cui si andrebbe incontro con un sistema elettorale del genere sembra forse una forzatura di pensiero, anche se la metodologia con cui essa viene proposta (l’aut l’aut o passa la legge o il presidente della repubblica dovrà sciogliere le camere) sembra invece dare consistenza pratica a questa impressione.
Se salta tutto invece si andrebbe a votare con il ‘Consultellum, il proporzionale uscito dalla Corte Costituzionale dopo la bocciatura della vecchia legge, il cosiddetto ‘Porcellum’, ma l’idea delle elezioni (dopo gli ultimi sondaggi poi con la ripresa dei 5 stelle) appare lo spettro che riaccomuna tutti spassionatamente, e per evitarle anche questo ostacolo sarà saltato, forse.