Presidenzialismo, Renzi risponde a Berlusconi: “Si può fare, ma dopo il Senato”
“Presidenzialismo e revisione delle norme costituzionali in materia? – Sì, ma non prima della riforma del Senato”. Non si è fatta attendere la risposta del premier Matteo Renzi all’invito, lanciato ieri dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, in una lettera al Corriere della Sera, a “ripartire dal presidenzialismo“. A poche ore dalla direzione del Partito Democratico, convocata per oggi pomeriggio al Largo del Nazareno, Renzi si dice disposto “ad una cauta apertura al presidenzialismo” proposto dall’ex Cavaliere. A patto, però, che vada in porto la riforma del Senato, su cui nelle prossime ore il Pd deve trovare un accordo non solo con Forza Italia ma anche con la Lega per la definizione del testo del disegno di legge che, di fatto, rivoluziona la seconda Camera, trasformandola in una Camera delle Autonomie. Un’assemblea non elettiva, che non vota la fiducia al governo e i cui componenti non percepiscono emolumenti, così come previsto dai desiderata del premier-segretario Renzi. Un nodo, quello del Senato, su cui l’ex-rottamatore non è disposto a cedere. Soprattutto nell’attuale clima da campagna elettorale, in vista delle elezioni europee del prossimo 25 Maggio, in cui l’ex-Cavaliere, a colpi di interviste, sembra smontare pezzo dopo pezzo l’architrave dell’accordo siglato con il segretario Pd sul pacchetto riforme.
Renzi sa bene che Berlusconi ha cominciato a giocarsi tutte le carte per far risalire Forza Italia, le cui quotazioni, in vista della europee, la danno intorno al 17%. Terzo partito dopo il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo. E il presidenzialismo è uno degli assi nella manica dell’ex Cavaliere di Arcore, nonché uno dei cavalli di battaglia dell’ex rottamatore prima dell’investitura a premier. Un tema, insomma, caro ai leader dei due maggiori partiti italiani, che diventa materia di scontro in periodo elettorale. Un terreno difficile, quello della revisione dell’assetto repubblicano in senso presidenziale. Un’ipotesi di riforma che oltre essere soggetta a un lungo e complicato iter parlamentare, nell’eventualità di una convergenza trasversale fra i diversi partiti, dovrebbe passare indenne anche il parere della Corte Costituzionale.
Carmela Adinolfi