Colombia: morti almeno 10 soldati dell’esercito di Bogotà, altri 20 rimasti feriti dopo uno scontro con le FARC avvenuto in una piccola città della provincia di Cauta.
Tregua in bilico
Esercito colombiano e FARC, nella notte tra martedì e mercoledì, hanno ingaggiato uno scontro a fuoco in cui sono morti 10, forse 11, soldati e altri 20, potrebbero essere poco meno, sono stati feriti. A quanto riferiscono dai vertici dell’esercito di Bogotà, i militari stavano eseguendo un sopralluogo in prossimità del piccolo centro di La Esperanza, nella provincia di Cauta, sud ovest del paese, quando sono stati attaccati con armi da fuoco e granate, ha riferito il Generale Mario Augusto Valencia.
La regione è nota per essere una roccaforte dei miliziani che da L’Havana, dove sono impegnati nei negoziati di pace con il governo sin dal 2012, per bocca di uno dei loro leader cioè Pastor Alape, hanno risposto: “quello che è successo è colpa dell’incoerenza del governo che ordina operazioni militari contro dei guerriglieri che hanno dichiarato la tregua”. Le FARC avevano dichiarato una tregua unilaterale lo scorso dicembre, pur riservandosi il diritto di rispondere a eventuali offensive da parte delle autorità governative.
Lo stop dei negoziati
Il Presidente colombiano Juan Manuel Santos si è recato a Calì, il centro più importante vicino al luogo dello scontro, per approfondire le circostanze dell’accaduto. Fermamente convinto che “sia stata una violazione delle tregua da parte delle FARC”, in pratica un attacco “intenzionale e non accidentale”, Santos ha dato l’ordine di sospendere il cessate il fuoco bilaterale e se necessario riprendere i bombardamenti interrotti il 10 marzo.
Si teme adesso lo stop al processo di pace che negli ultimi mesi aveva fatto numerosi passi avanti. Infatti sia il governo che le FARC hanno concretamente lavorato per attenuare l’intensità del conflitto, giungendo persino ad un accordo sullo sminamento del territorio colombiano, una delle criticità più sentite dall’opinione pubblica colombiana. Intanto dal Centro Democratico, partito all’opposizione, si soffia sul fuoco dicendo che Santos è “ostaggio dei negoziati”. La pressione politica sul governo potrebbe portare alla ri-escalation di un conflitto che, dal 1964, ha causato oltre 220mila morti.