Rimini, giornate del lavoro indette dalla Cgil. Partecipare anche il Ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che, prima di parlare di Alitalia, subisce una contestazione da parte di venti attivisti del ‘Centro Sociale La Paz’.
Lupi è netto: Alitalia non si dividerà in due tronconi, tra compagnia buona ovvero quella che fa utili, (good company) e quella che accumula solo ed esclusivamente passivi (bad company). “Continuo a leggere notizie che non sono vere. Il tema della bad company non è accettabile e non è condiviso dal governo”, conferma l’esponente di Ncd. Che continua: “noi valuteremo le conclusioni della trattativa sul piano industriale. Lì si vedono gli obiettivi a medio e lungo termine e quindi le ricadute sull’occupazione; il tema, dunque, è affrontare un nuovo rilancio industriale della compagnia di bandiera”.
Da giorni sono noti, infatti, alcuni dettagli sulla joint venture fra Alitalia e Etihad: la società di Abu Dhabi salirebbe al 49% di una nuova compagnia della quale il 51% verrebbe posseduta da ex soci Cai. La parte di compagnia che accumula debiti, invece, andrebbe a costituire una bad company. Idea che, però, a Lupi non piace neanche un pochino. E’ un modello di politica industriale arcaico, argomenta il Ministro: “il problema di Alitalia è trovare un grande partner industriale forte che la rilanci sul piano internazionale per tornare ad essere un vettore intercontinentale”.
Daniele Errera