Sentenza Mediaset, Niccolò Ghedini, tramite Libero, scova un interessante precedente che potrebbe salvare Silvio Berlusconi.
Si è infatti scovata una sentenza di Cassazione su un caso molto simile a quello Mediaset (frode fiscale), ma che ha avuto conclusioni diametralmente opposte. Per questo, l’avvocato di Berlusconi chiede la revisione del processo che è costato al Cavaliere l’agibilità politica. Egli spera infatti che sia proprio Strasburgo a tenerne conto, giacché proprio quella corte è chiamata a pronunciarsi sulla condanna dell’ex Presidente del Consiglio.
Le parole di Niccolò Ghedini
All’azione giudiziaria ne sta ovviamente seguendo una politica, interpretata dai fedelissimi di Forza Italia. Inizia proprio Ghedini, che tramite il Giornale lancia un annuncio alla corte di Strasburgo, sostenendo che: “Colpisce che il relatore sia lo stesso, il giudice Amedeo Franco, che già aveva firmato precedentemente altre sentenze “conformi” a quest’ultima. E che la sezione sia la Terza penale, cui era naturalmente destinato il processo Mediaset prima di venire dirottato a quella Feriale, presieduta da Antonio Esposito, per il timore (poi, a quanto sembra, rivelatosi infondato) che nei mesi estivi potesse scattare la prescrizione.”
Per poi continuare: “Questo dimostra che la condanna Mediaset ha rappresentato un unicum nella giurisprudenza della Cassazione. Che prima e dopo la legge è stata interpretata in maniera diversa, con un orientamento univoco. Se il processo Mediaset fosse arrivato alla Terza Sezione e non in quella Feriale, e con quello stesso relatore, sarebbero cambiate le sorti di Berlusconi e del Paese, sarebbe cambiata la storia. Questo sarà un elemento importante per la decisione della Corte europea per i diritti dell’uomo, che attendiamo. Ma soprattutto, sulla base di questa sentenza e delle nuove prove che abbiamo raccolto, chiederemo la revisione del processo”.
Ricordando infine che: “La Suprema Corte ha la funzione di uniformare l’interpretazione e l’applicazione del diritto. È lecito chiedersi perché prima della sentenza Mediaset si è seguita una strada precisa per il reato di frode fiscale e anche dopo è stato così, mentre in quel caso isolato ha prevalso proprio la teoria rivelata dal presidente Esposito in un’intervista al Mattino che gli ha procurato un processo disciplinare: Berlusconi fu condannato “perché sapeva”, fu informato da altri della frode, non per il principio astratto del “non poteva non sapere”, essendo il capo.
L’importanza del precedente
La scoperta di questo precedente, come detto, ha ovviamente mobilitato tutto il partito azzurro, di cui gli esponenti ora gridano alla riabilitazione di Berlusconi. Renato Brunetta si dice infatti “sconcertato”, affermando che questa è la “prova della volontà di colpire Berlusconi”; e segue poi Romano dicendo che “quello contro Berlusconi è stato un attacco alla democrazia”. Chiude il cerchio Matteoli con un’invocazione al ministero della Giustizia: “Ora è necessario che il Guardasigilli battano un colpo”.