Il Pil crescerà. Dopo anni di crescita zero, nel 2014 il Prodotto Interno Lordo segnerà un +0,6%. Sempre al ribasso, però, rispetto alle stime del Governo.
E’ l’Istat ad affermare che il valore totale dei beni e servizi prodotti dall’Italia sarà minore rispetto alle stime governative (che si attestavano allo 0,8%), ma che comunque crescerà. Di conseguenza le cifre per il 2015 devono essere corrette: dall’1,3% ipotizzato dall’esecutivo si passerà al più modesto 1%. Per il 2016, poi, si produrrà il 1,4%. Segno che, tuttavia, la crisi sta passando e che questi sono i colpi di coda. Il tutto va strettamente ancorato al tema della disoccupazione, oggi al 12,7% e che, l’anno venturo, dovrebbe calare al 12,4%. Una situazione, comunque, preoccupante: “nel 2013 — scrive l’Istituto Nazionale di Statistica — in Italia la quota dei disoccupati di lunga durata è risultata la più elevata tra i principali paesi europei, con un crescita rispetto all’anno precedente di circa 6 punti percentuali. Tale componente è cresciuta significativamente (circa il 56,4% del totale dei disoccupati, erano il 45,1% all’inizio della crisi), sia nel Mezzogiorno sia nel Nord-Est”.
E il bonus di 80 euro? L’Istat che risultati di utilità prevede per l’iniziativa di Renzi? Esso produrrà “un minimo effetto positivo sui consumi privati nel 2014, con un effetto trascinamento” per gli anni successivi conferma l’Istat. E quindi su i consumi nei prossimi anni: “nel 2015 si prevede un ulteriore miglioramento con una crescita dei consumi delle famiglie pari allo 0,5”. Seppure di poco, la spesa familiare potrà ricrescere dopo tre anni di stagnazione.
Daniele Errera