Mediterraneo: il naufragio più grande
Il naufragio più grande di tutti i tempi nel Mediterraneo. L’ultima strage in mare ha ormai questo nome.
Mediterraneo: la strage più grande
Si parla di quasi mille morti e tra loro diverse decine di bambini. Chiusi nelle stive come pecore o mucche, strabordanti dai parapetti arrugginiti da una imbarcazione che non avrebbe più dovuto prendere il mare e che invece è stata riempita fino all’inverosimile di storie e di speranze ed è andata a fondo…come previsto, come ci si attendeva, come è stato annunciato più volte da chi segue le vicende dell’immigrazione, da chi conosce il Mediterraneo, da chi sa studiare la storia e l’attualità.
Gli unici che non hanno capito, gli unici sordi, gli unici che hanno avuto il coraggio e la faccia tosta di volgere lo sguardo da un’altra parte sono stati i politici. Gli stessi che in queste ore parlano di emergenza, di necessità di provvedimenti urgenti e straordinari. Era previsto anche questo, in molti avrebbero potuto prevedere questa reazione, avrebbero potuto pronunciare in anticipo le parole che in queste ore stanno pronunciando i politici…
Mediterraneo: altre priorità
I politici (o la politica?) hanno altre priorità: il pareggio dei conti, il rigore dell’economia…
Così oggi l’ultima strage nel Mediterraneo tornerà a fare parlare dell’utilità di “Mare Nostrum” e della necessità di pacificare la Libia in modo da avere un governo riconosciuto con il quale stringere accordi per limitare l’afflusso di migranti sulle coste nord del Mediterraneo. Come si faceva con Gheddafi.
Tutto previsto, anche questo. Tutto atteso. E tutto si è verificato con una puntualità svizzera inquietante. Qualche tempo fa, avevo assegnato il “mio” premio Nobel per la pace agli uomini che avevano concretamente fatto “Mare Nostrum”.
Oggi si può assegnare un premio solo in negativo. In questa vicenda delle migrazioni non c’è nessuno che abbia un merito. E noi non abbiamo più parole. Solo i politici continueranno a parlare.