Cesare Prandelli, ct della nazionale italiana, ai microfoni di Radio Anch’io Sport si concede una lunga intervista, partendo dai complimenti alla Juve per lo scudetto e finendo con le speranze azzurre per i Mondiali.
“Faccio i complimenti alla Juventus, a Conte e ai giocatori, sono riusciti a vincere uno scudetto strameritato nonostante le pressioni e il dover essere costretti a vincere. Grazie anche alla Roma e al suo gioco bello e propositivo, il nostro calcio non è messo male nel gioco. Queste due squadre giocano un calcio propositivo e molto interessante, valorizza in pieno i giocatori ed hanno una fisionomia di gioco. Anche Napoli e Fiorentina hanno un impianto di gioco collaudato, il nostro calcio si sta ritrovando e nelle prime quattro ha una sua identità”.
Prandelli, riguardo ai fatti incresciosi avvenuti durante la finale di Coppa Italia, ci tiene a precisare che:”E’ un problema di tutti noi, la strada è quella del dialogo, non dell’aut aut, gli stadi devono essere un luogo di aggregazione propositiva, non di pseudo-minacce. Nessuno deve essere protagonista, se non il calcio. E’ un problema del Paese, che deve diventare civile a tutti gli effetti. Chiaro che il calcio ha una cassa di risonanza straordinaria, ma l’immagine data al mondo non ci rappresenta. Il nostro compito è aiutare il Paese a crescere. Noi italiani abbiamo bisogno di toccare il fondo e di essere governati, tutto il Paese deve essere coinvolto altrimenti Fifa e Uefa ci fermeranno come successo con gli inglesi”.
Il ct della nazionale azzurra parla anche dei Mondiali che si giocheranno quest’estate in Brasile.Secondo Prandelli l’Italia non è messa così male come si potrebbe pensare e, ad oggi, avrebbe i giocatori e le qualità per essere competitiva. La scelta più difficile che dovrà fare il tecnico lombardo sarà la scelta degli attaccanti: infatti dai 30 attaccanti papabili per i Mondiali, Prandelli, dovrà fare una selezione limitata e portarne con se 5 o 6 al massimo.
Il ct azzurro, in conclusione, si augura che la sua squadra dimostri grande coraggio in campo, ma , soprattutto, che giochi un calcio non improvvisato e che abbia un’idea di gioco ben precisa e strutturata.