L’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale (Inps) presenterà “entro giugno” una proposta per introdurre un “reddito minimo garantito” per tutti i cittadini “tra i 55 e i 65 anni”. Le agenzie battono quella che poi, in fin dei conti, una vera e propria notizia non è. Infatti Tito Boeri, presidente dell’Inps formalmente dallo scorso 10 febbraio, aveva già annunciato una riforma di tale portata da parecchio tempo. Almeno da un mese. Ora si sa qualcosa di più sulle tempistiche, certo. Ma sui numeri e in particolare sulle coperture, ancora non c’è nulla. A margine del convegno all’Università Bocconi di Milano dal titolo “la grande emergenza della disoccupazione e della precarietà”–presente tra gli altri Tommaso Nannicini, componente della task force economica di Palazzo Chigi–Boeri non ha lesinato critiche al governo Renzi. E in particolare al ministro del Lavoro Giuliano Poletti che nei giorni scorsi aveva rivendicato l’esclusività del governo sulle norme in materia di prevenzione e occupazione. “Rivendico il diritto di fare proposte, che non è certamente un modo di violare le regole della democrazia come qualcuno ha sostenuto” ha dichiarato caustico.
La proposta di Boeri
In realtà, una norma che istituisca un reddito minimo garantito per quelle fasce di età più infiacchite dalla crisi economica agita la mente di Boeri da quando il premier lo nominò come nuovo Presidente durante il Consiglio dei Ministri dello scorso 24 dicembre. Ma l’annuncio è arrivato solo un mese fa. La prima volta in un’intervista del 3 marzo scorso sul Corriere della Sera in cui– per affrontare “il tema degli esodati” e della “povertà”– prospettava, dal lato dell’assistenza, “un reddito minimo” finanziato “dalla fiscalità generale”, mentre da quello della previdenza auspicava l’introduzione di “nuovo forme di flessibilità” per le pensioni calcolate con il contributivo. Questo porterebbe ad un’uscita anticipata dal mondo del lavoro, ma con pensioni più “leggere”, usando un idioma da economisti. Poi il 14 aprile, in una nuova intervista stavolta a Repubblica si mostrava sicuro: “oggi c’è un problema sociale molto serio: quello delle persone nella fascia di età 55-65 anni che una volta perso il lavoro si trovano progressivamente in condizioni di povertà. Si calcola che non più di uno su dieci riesce a trovare una nuova occupazione. Questo ha provocato un aumento della povertà non essendoci alcun sussidio per gli under 65”. Conclusione: “per queste persone è ragionevole allora pensare di introdurre un reddito minimo garantito”. Oggi ha solo ribadito ciò che aveva già dichiarato al giornale di Ezio Mauro. Con una novità: i tempi. Entro e non oltre il mese di giugno.
Pensioni anticipate
Sempre a margine del convegno, Boeri ha anche annunciato di aver “trovato un accordo con le banche affinché tutte le pensioni vengano pagate il primo del mese”. L’operazione, ha assicurato lo stesso presidente dell’Inps, sarà “neutra” dal punto di vista fiscale: “le banche abbasseranno i costi dei bonifici in cambio di liquidità dal primo del mese”. Ora manca solo il decreto da approvare in Consiglio dei ministri, e Boeri si augura che questo arrivi “nei tempi più stretti possibili”.
Giacomo Salvini