Buona Scuola, Renzi avverte: “Non lasceremo scuola ai sindacati”
Buona Scuola, Renzi: “La scuola è delle famiglie, non dei sindacati”. La riunione durata cinque ore tra il premier Matteo Renzi e i parlamentari del Pd ha prodotto come esito l’individuazione dei punti del ddl che in Parlamento dovranno subire delle modifiche. Il disegno di legge “la Buona Scuola” è tra i provvedimenti più discussi dell’esecutivo. Era più che lecito attendersi un confronto soprattutto nel partito di maggioranza.
Rendere effettiva riforma già da settembre
Alla riunione ha mostrato attiva partecipazione anche la minoranza del Pd. Il provvedimento dovrebbe essere approvato in tempi brevi. La volontà dell’esecutivo sarebbe quella di rendere efficaci le modifiche introdotte dalla riforma già dal prossimo settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico.
1800 emendamenti
Le modifiche di cui si è discusso, come ha voluto sottolineare Renzi stesso, non provocheranno stravolgimenti a quello che è l’attuale disegno di legge. Piccoli miglioramenti per quella che viene annunciata come una vera e propria rivoluzione del sistema scolastico italiano. Miglioramenti che arriveranno tramite emendamenti: 1800 quelli presentati finora. Alla relatrice Maria Coscia il compito di presentarli per dare inizio alla discussione del ddl alla Camera.
Ne “La Buona Scuola” 100 mila nuove assunzioni
“La Buona Scuola” punta a voltare pagina anche per quanto riguarda l’annoso problema del precariato. Sono previste infatti 100 mila assunzioni. Destino incerto per gli idonei al concorso a cattedre del 2012: inizialmente inclusi tra gli assunti, attendono ora il parere del Parlamento. Renzi, dal canto suo, vorrebbe continuare ad escluderli dalle prossime assunzioni di settembre.
Speranze per il precari
Qualche barlume di speranza in più per i precari che hanno lavorato per più di 36 mesi ma che non sono mai stati inseriti nelle liste provinciali ad esaurimento. Molti di loro avrebbero tutti i requisiti per insegnare, ma restano esclusi, secondo quanto stabilito dall’articolo 12, anche dalle supplenze del prossimo anno.
Governo alla ricerca di una soluzione
Un provvedimento questo che cozza con quanto stabilito dalla Corte di Giustizia europea che a novembre ha condannato il nostro paese per abuso di precariato nella scuola. Per questo motivo il governo Renzi sarebbe alla ricerca di una soluzione dal punto di vista giuridico in grado di permettere loro di continuare a lavorare. Si starebbe anche pensando di riservare a questa categoria un numero di posti per il concorso a cattedre del 2016.
Ridimensionamento ruolo preside-sceriffo
Nel disegno di legge mancherà un provvedimento atteso da quasi 40 anni: la delega al governo sulla riforma degli organi collegiali. Dovrebbe invece esserci, con grande soddisfazione per i docenti, il ridimensionamento del ruolo del preside-sceriffo inizialmente presente nella proposta di legge.
Il dirigente scolastico della “Buona Scuola” sceglierà il suo staff e potrà premiare i docenti meritevoli. Ma sarà anche responsabile della dispersione scolastica e dell’eccessivo numero di bocciature nelle scuole superiori.
L’articolo 7 e le proteste degli insegnanti
Lo strapotere del nuovo dirigente sarà ridimensionato grazie ad una modifica dell’articolo 7 sulle “competenze del dirigente scolastico”. Sarà il Collegio dei docenti, secondo quanto previsto da un emendamento a tale articolo, a decidere l’offerta formativa. Una decisione che era previsto spettasse al dirigente scolastico e che aveva generato non pochi malumori nei sindacati dei docenti. Una protesta che sfocerà nel già annunciato sciopero del 5 maggio.
Renzi spiegherà la riforma ai docenti
Prima di quella data, promette, il premier Renzi scriverà una lettera ai docenti per spiegare nei dettagli la riforma. Mobilitati, a riguardo, anche i circoli del Partito Democratico per una giornata di informazione sul disegno di legge.
Ai sindacati: “La scuola è delle famiglie e degli studenti”
Ai sindacati dei docenti, che dopo sette anni si avviano al primo sciopero unitario, da Rtl Renzi lancia il suo monito: “Farebbe ridere, se non fosse un giorno triste (riferimento alla strage di migranti del Canale di Sicilia, ndr), scioperare contro un governo che sta assumendo centomila insegnanti. Il più grande investimento fatto da un governo nella scuola italiana”. E ancora: “Deve essere chiaro che noi non lasceremo la scuola ai sindacati. La scuola è delle famiglie e degli studenti. Se i sindacati fanno sciopero perché hanno paura che noi gli togliamo il diritto di fare quello che vogliono, fanno bene. Ma non dicano che lo fanno contro un governo che assume e che aumenta gli stipendi”.