Def, i dubbi sul tesoretto da 1,6 miliardi. Il vento gelido sulle ottimistiche previsioni del Governo nel Documento di Economia e Finanza spira da Bankitalia e dall’Ufficio parlamentare di Bilancio. Mentre la prima chiede di utilizzarlo per “accelerare il riequilibrio della finanza pubblica”, il secondo, ancor più freddo, esclude ogni certezza riguardo l’esistenza stessa delle risorse paventate dall’esecutivo.
Bankitalia: “Utilizzarlo per riequilibrio finanza pubblica”
Nel corso delle audizioni sul Def presso le commissioni Bilancio di Senato e Camera, il vicepresidente di Bankitalia Luigi Federico Signorini ha sottolineato: “È giusto non ostacolare un’economia che stenta a ripartire. Ma d’ora in poi, nella misura in cui il miglioramento del quadro macroeconomico si consoliderà e proseguirà, esso dovrà essere utilizzato per accelerare il riequilibrio della finanza pubblica”. Signorini ha ricordato che per l’anno in corso il Governo ha programmato “misure espansive per 0,1 punti percentuali del prodotto” con conseguente indebitamento netto “al 2,6% del Pil”. Il vicepresidente di Bankitalia fa notare che “questa deviazione, insieme con quella di entità più rilevante programmata per il 2016, dovrà essere valutata dalla Commissione europea e dal Consiglio della Ue”.
Nel Def “scenario plausibile non esente da rischi”
Secondo Bankitalia, lo scenario previsto dal Def, contro le perplessità del M5S, resta “plausibile, anche se non esente da rischi a breve termine: i miglioramenti della fiducia devono consolidarsi; l’incertezza sull’esito delle trattative sul programma di aggiustamento del governo greco resta elevata e può indurre volatilità nelle condizioni finanziarie”.
Signorini al Governo: “Fase attuativa punto debole riforme”
Signorini ha poi voluto lanciare un monito all’esecutivo: “La fase attuativa continua a rappresentare uno dei principali punti deboli del processo di riforma in atto”. Soprattutto per quanto riguarda il Jobs Act “è opportuno che le misure indicate nella legge delega e illustrate nel Piano Nazionale di riforma siano attuate con sollecitudine”, ha sottolineato il vicepresidente di Bankitalia.
Accorpamento Tasi e Imu: “Si giunga a assetto permanente”
Nel Def è anche previsto l’accorpamento di Tasi e Imu. Una semplificazione per i cittadini che non lascia indifferente Bankitalia. L’istituto ritiene però “essenziale che si giunga finalmente a un assetto permanente, dati gli alti costi dell’instabilità normativa per i cittadini e per le stesse amministrazioni”.
Ufficio parlamentare di Bilancio frena sul tesoretto
Ma le maggiori perplessità sul presunto tesoretto individuato dal Def sono arrivate, come detto, all’Ufficio parlamentare di Bilancio. “Sembra prematuro considerare acquisite queste risorse” ha detto il presidente Giuseppe Pisauro. L’organo sconsiglia, pertanto, l’uso di tali risorse giudicandolo “contrario a considerazioni di prudenza”.
Pisauro: “Prematuro considerare acquisite tali risorse”
La perplessità dell’Ufficio muoverebbe dal dato deficit/Pil allo 0,2 anziché allo 0,25. Ma Pisauro spiega: “Il punto non è tanto questo ma è sul rischio che c’è in questa operazione”. E avverte: “Una deviazione anche molto modesta del quadro macro o dei tassi di interesse dalle previsioni annullerebbe quel miglioramento e provocherebbe un allontanamento significativo dal percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine”. Quindi la conclusione dell’Ufficio parlamentare di Bilancio: “A nostro giudizio sembra prematuro in questa fase dell’anno, quando ancora non si conosce il saldo dell’autotassazione, pensare di utilizzare risorse, sebbene di entità limitata, reputandole già acquisite”.