La giustizia è una cosa seria e bisogna rimediare agli errori da essa compiuti, anche se si tratta di un fatto accaduto ben 700 anni fa al più celebre poeta italiano Dante Alighieri.
“Riabilitare ufficialmente Dante Alighieri, mettere fine a un’ingiustizia secolare”, è questa la proposta – decisamente singolare – giunta dalla consigliera comunale del Movimento 5 Stelle di Firenze Silvia Noferi. Il fattaccio che aveva coinvolto il Vate è avvenuto durante la “guerra”tra guelfi e ghibellini nel 1302, quando una sentenza del 27 gennaio di quell’anno condannò Dante e altri tre compagni al pagamento di 500 libbre. Dato che non poterono permettersi di pagare una tale cifra i tre uomini furono banditi dalla Toscana per due anni ed esclusi a vita da ogni carica pubblica, mentre i loro beni furono confiscati e distrutti e i loro nomi iscritti nel registro comunale dei falsari.
Mozione in consiglio comunale
Oggi, proprio in occasione del 750esimo anniversario della nascita del Vate, avendo ritrovato negli archivi gli atti ufficiali di questa nota “scomunica”, Silvia Noferi vuole proporne l’annullamento: una mozione che richiedeva la riabilitazione di Dante Alighieri era già stata presentata nel 2008 da due consiglieri fiorentini di Forza Italia – Enrico Bosi e Massimo Pieri – ed oggi il M5s vuole tornare sulla questione. “Tutti si apprestano a festeggiare i 750 anni dalla nascita del sommo poeta, ma vige ancora la condanna del 1302. Nessuno pensa a riabilitarlo ufficialmente, gli atti ufficiali non servono?”, questa la domanda della Noferi. A risponderle è la vice sindaco di Firenze Cristina Giachi (che ha anche una delega per Educazione, Università e Ricerca), la quale ha dichiarato che “Tutti ormai riconoscono il valore del Sommo Poeta. Non sono necessarie riabilitazioni ufficiali”. Palazzo Vecchio ritiene infatti la richiesta pervenuta dal movimento di Grillo assolutamente superflua, nonché una mera questione di forma.
Ma la Noferi ha continuato a lamentarsi: “A noi del M5s la differenza appare sostanziale, non di forma. L’emissione di un documento ufficiale non costa nulla e avrebbe un forte valore simbolico, per mettere fine a un’ingiustizia durata 700 anni. Se gli atti ufficiali non servono a nulla, sarebbe da chiedersi come mai il Vaticano nel 1992, dopo 359 anni, ha riabilitato Galileo Galilei. Altre città da tempo avrebbero sicuramente avviato anche la richiesta di riaverne i corpo per seppellirlo tra i Grandi in Santa Croce, dove sicuramente meriterebbe di stare”.
La consigliera ha poi continuato rivolgendo parole dure all’intero Consiglio comunale del capoluogo toscano: “Non emettere atti ufficiali per rimediare a quanto ingiustamente comminato vuol dire tenersi fuori dalla storia, quella fatta da pochi uomini e poche parole ma da grandi ideali. Abbiamo ripresentato un’ulteriore mozione per la riabilitazione di Dante Alighieri e attendiamo l’abituale bocciatura per dimostrare, se ancora ce ne fosse bisogno, quanta poco amore per la cultura si nasconda in realtà in Palazzo Vecchio.” Infine, la conclusione della Noferi è che il Comune di Firenze stia perseverando con “il suo comportamento irrispettoso e arrogante verso Dante Alighieri”, un fatto che la consigliera ha definito “inverosimile”.