Il divorzio breve potrebbe diventare già oggi legge dello Stato.
In giornata, infatti, è previsto il voto definitivo del disegno di legge da parte della Camera dei Deputati.
In origine, in Italia, il matrimonio durava tutta la vita, salvo non si ricorresse alla Sacra Rota per ottenere l’annullamento. Poi, nel 1970, la legge Fortuna-Baslini intervenne in materia, sancendo la possibilità di divorzio. Una divisione dei coniugi che, tuttavia, poteva avvenire solo dopo 3 anni dalla separazione.
Divorzio breve, ecco cosa cambia
Una delle novità del divorzio breve riguarderà proprio i tempi : sei mesi dall’inizio della separazione consensuale (anche se essa inizialmente è contenziosa), che sale a un anno in caso di separazione giudiziale. In entrambi i casi, il periodo sarà calcolato dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale per la domanda di separazione personale.
Cambiano anche le regole sullo scioglimento della comunione dei beni: nel caso di separazione giudiziale, essa comincerà con l’autorizzazione del giudice ai coniugi di vivere separati, mentre nel caso di separazione consensuale, essa avrà inizio al momento della sottoscrizione della stessa separazione. Sarà, poi, previsto che l’ordinanza del giudice venga comunicata all’ufficiale di stato civile, che deve provvedere all’annotazione dello scioglimento della comunione sull’atto di matrimonio.
La legge, poi, sarà applicata anche per i procedimenti in corso, mentre già al Senato era stato eliminato il cosiddetto “divorzio lampo”, ossia il divorzio senza il periodo di separazione.
Soddisfatti il Pd e il M5S
Soddisfazione per la norma è stata espressa dalla relatrice del provvedimento, la democratica Alessia Morani, che ha parlato di “una norma di civiltà”. “Sono decenni che il Paese aspetta norme più moderne che accorcino i tempi del divorzio” ha, poi, continuato la deputata pesarese, che ha, inoltre, posto l’accento sulla riduzione della conflittualità “di cui sono vittime in primo luogo i figli delle coppie che scelgono di separarsi”.
Anche dai banchi del Movimento Cinque Stelle si canta vittoria: “è la dimostrazione che non diciamo sempre no” dicono i pentastellati, che hanno assicurato un “contributo propositivo sia alla Camera che al Senato”. Contrario, invece, il deputato di Area Popolare Alessandro Pagano, per cui questo provvedimento rischia di “causare disastri inenarrabili”.