Silvio Berlusconi boccia l’Italicum e attacca il Governo. “Non possiamo consentire a Renzi di prendere il potere totale con 30% dei voti attraverso una legge che di fatto con lo sbarramento al 3% polverizza l’opposizione – spiega l’ex premier -. Noi avevamo proposto l’elezione diretta, almeno chi vince è legittimato dal popolo e ci sarebbero solo due partiti. Renzi è malato di bulimia di potere”. Parlando di un paese a “democrazia sospesa”, Berlusconi ha rilanciato Forza Italia spiegando: “Noi siamo ancora qui e faremo un partito come il partito Repubblicano americano, quello dei moderati”.
Poi arriva l’attacco al premier Matteo Renzi, ormai ex alleato del Patto del Nazareno: “Ha una bulimia, un’ossessione per il potere”. Il leader di Forza Italia, ufficialmente di nuovo in campo (ma non candidabile), farà campagna elettorale per le Regionali. Avrebbe però promesso solo comizi al chiuso e interventi in televisione perché, ha precisato, “temo che qualcuno possa attentare alla mia incolumità, alla mia vita”.
Continua la faida tra Berlusconi e Fitto
Nonostante la rottura del Nazareno, con Raffaele Fitto i rapporti restano ai minimi termini. “Leggo di riunioni oggi dei gruppi di Forza Italia. E per discutere di cosa? Visto che, da settimane, ci sono commissariamenti a tutto spiano, nomine decise dalla sera alla mattina, e una gestione totalmente fuori dalle regole. Riunioni così non servono neanche a salvare la forma, figurarsi la sostanza. Il partito è sempre più nel caos, sia politico-strategico sia organizzativo”.
“Il che conferma –sottolinea Fitto in una nota- la nostra valutazione sulla necessità di rifondare un centrodestra credibile e competitivo, dopo i 9 milioni di voti persi in questi anni. Sul piano politico, è sempre più evidente (la cosa sarà solo mascherata da qualche stentorea dichiarazione da campagna elettorale) una deriva neo-Nazarena per dopo le elezioni regionali. E ciò è inaccettabile. Sul piano interno e organizzativo, vedo che Forza Italia pronuncia parole di fuoco per la sostituzione di dieci membri del Pd della Commissione Affari Costituzionali della Camera. Mi domando se sia la stessa Fi nella quale, per ‘crimine di opinione’, cioè solo per aver espresso un’opinione o per aver partecipato a un’assemblea, dirigenti e parlamentari di diverse parti d’Italia sono stati commissariati o sostituiti o rimossi dai loro incarichi di partito. E, con la stessa ‘logica’, sempre senza regole, si sta procedendo all’esclusione di candidati dalle liste regionali. È uno spirito liberale a intermittenza: liberali nei giorni pari (a casa d’altri), imbavagliatori nei giorni dispari (a casa propria). Per queste ragioni, non mi pare che ci siano le condizioni per un dibattito di verità nei gruppi parlamentari”.