Dopo oltre 10 anni di travaglio parlamentare, il divorzio breve finalmente diventa legge dello Stato. A larghissima maggioranza. La Camera ha approvato in via definitiva (con 398 sì, 28 no e 6 astenuti) la riforma delle norme sul divorzio italiano, a 41 anni dal referendum del 1974. A favore hanno votato Pd, Sel, M5s, Scelta civica, Psi e Alternativa libera. Forza italia e Area popolare hanno dichiarato il loro sì lasciando, però, anche libertà di coscienza, viste le “diverse sensibilità” presenti nei gruppi. La Lega Nord ha lasciato libertà di coscienza.
Tempi molto più veloci
La nuova normativa accorcia in maniera considerevole i tempi necessari per sciogliere in maniera definitiva il vincolo matrimoniale: nello specifico, dagli attuali 3 anni (dalla separazione) si passerà a 6 mesi nel caso di separazione consensuale e 1 anno nel caso di separazione giudiziale. Il testo interviene sulla legge n. 898 del 1970, in modo da anticipare il momento della possibile proposizione della domanda di divorzio; anticipare anche il momento dell’effettivo scioglimento della comunione dei beni tra i coniugi; stabilire una disciplina transitoria.
Le reazioni
Esultano un po’ tutti, a partire dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, che affida a twitter la propria soddisfazione.
Il #divorziobreve è legge. Un altro impegno mantenuto. Avanti, è #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 22 Aprile 2015
Barbara Pollastrini (Pd), ex ministra per le Pari opportunità, esulta: “Il Parlamento ha saputo agire nell’interesse di un’Italia più umana e saggia. Che sia di auspicio per altri traguardi nei diritti civili e di cittadinanza su cui mi sento impegnata”. Andrea Marcucci (Pd) aggiunge: “Abbiamo aggiornato una legge che negli anni ’70 aprì la stagione dei diritti civili, con lo stesso spirito del liberale Antonio Baslini e del socialista Loris Fortuna, che ne furono i promotori. Ora andremo avanti con le unioni civili”.
L’unica voce contraria della politica è quella di Fratelli d’Italia, la cui leader Giorgia Meloni dichiara: “Voto contro il ddl sul divorzio breve: no al matrimonio usa e getta soprattutto in presenza di figli. I bambini non sono un dettaglio: vanno tutelati sempre”.
Molto critica, come ovvio, Famiglia Cristiana: “Si tratta dell’ennesimo attacco alla famiglia e ai figli sempre meno tutelati e vittime dell’irresponsabilità. Tre anni è un tempo che diversi esperti, psicologi e mediatori familiari, considerano necessario per consentire alla coppia quantomeno di riflettere sulla propria decisione. Soprattutto se ci sono di mezzo i figli. Non sono poche le coppie, dopo un attento esame e una pausa di rimeditazione, hanno cambiato idea e non si sono più separate”.