Uccisione Lo Porto, informativa Gentiloni in Aula semivuota. Nell’Aula della Camera il dibattito che segue l’informativa urgente chiesta dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in merito all’uccisione del cooperante italiano Giovanni Lo Porto ad opera di un drone statunitense. Un quarantina di deputati in tutto, due membri del Governo e la presidente Laura Boldrini. Questi i presenti in Aula per l’informativa.
“Un volontario generoso ed esperto”
Il ministro degli Esteri ha voluto ribadire “la vicinanza del governo e mia personale alla madre di Giovanni, la signora Giusi e a tutti i familiari e amici”. Giovanni Lo Porto era, ha aggiunto Gentiloni, “un volontario generoso ed esperto del mondo della cooperazione allo sviluppo”.
Le parole di Obama
Ieri l’ammissione di colpa da parte del presidente Usa Barack Obama. Ma il premier italiano Matteo Renzi, a quanto riferito dal ministro Gentiloni, era stato già avvisato nella serata di mercoledì. Il raid è stato compiuto a gennaio. I tre mesi sono serviti agli Stati Uniti per effettuare le opportune verifiche. Il titolare della Farnesina ha infatti riferito all’Aula: “Appena finalizzate le necessarie verifiche, che si sarebbero protratte per tre mesi a causa della particolarissima natura del contesto dell’operazione antiterrorismo, è stata data la notizia”.
Gentiloni: “Governo prende atto impegno trasparenza Usa”
Su quanto riferito da Obama, il ministro evidenzia: “Il governo Usa ha confermato che non vi erano informazioni in base alle quali si potesse prevedere che nel compound (colpito da un raid Usa, ndr) ci fossero i due ostaggi occidentali”. Ed ha aggiunto: “Il governo prende atto delle affermazioni del presidente Usa Barack Obama e prende atto dell’impegno alla massima trasparenza da lui avanzato”.
Lo Porto era stato sequestrato nel 2012
Le ultime notizie certe sul cooperante italiano risalivano allo scorso autunno. Il seguente intensificarsi delle azioni militari nella zona al confine tra Afghanistan e Pakistan, ha reso sempre più difficile il reperimento di ulteriori informazioni.
Giovanni Lo Porto era stato sequestrato nel gennaio del 2012. Gentiloni ha voluto ribadire che “sin dal primo momento il governo italiano ha esercitato la massima pressione diplomatica sulle autorità locali per fare luce sulla vicenda e chiedendo al governo pachistano di istituire, come è stato fatto, un’apposita task force ai cui lavori hanno partecipato regolarmente funzionari presso l’ambasciata italiana a Islamabad”.
“Italia onorerà memoria Lo Porto”
“L’attività di cooperazione in cui migliaia dei nostri connazionali sono impegnati in diversi paesi del mondo è attività in cui crescono i pericoli e deve cresce la prudenza e il sostegno nostro del governo e del Parlamento perché questa attività rende onore all’Italia” ha sottolineato il titolare della Farnesina. Ed ha poi concluso: “Posso assicurare che l’Italia troverà il modo di onorare la memoria di Giovanni Lo Porto”.
M5S e Fi attaccano il Governo
Un’informativa, quella del ministro, che non sembra essere ritenuta esaustiva dai pochi astanti. Dalle opposizioni, M5S e Fi su tutti, i commenti più duri. Angelo Tofolo dei Cinque Stelle ha attaccato: “Signor Paolo Gentiloni, lei è venuto qui ad ammazzare per la seconda volta Giovanni Lo Porto”.
Da Fi la critica alla gestione dei servizi di sicurezza da parte del Governo è arrivata dalle parole di Stefania Prestigiacomo: “Ministro Gentiloni, Lei è venuto in Aula e non ha detto niente. E’ imbarazzante. Noi siamo davvero senza parole…”.
La Lega: “Stato italiano impedisca partenza cooperanti”
Più pacata la replica della Lega nelle parole di barbara Saltamartini: “Giovanni Lo Porto è stato un grande uomo, ma lo Stato italiano non può più permettere di mandare cooperanti in territori a rischio, a rischio sia per la vita delle persone che per lo Stato, che poi rischia di dover correre a salvarli. Se noi continuiamo a permettere ai nostri cooperanti di partire, saranno troppi i nostri cooperanti a rimetterci la vita e non basteranno più i minuti di silenzio”.
La polemica sull’uso dei droni
Il raid americano di gennaio ha causato la morte, oltre che di Giovanni Lo Porto, anche dell’americano Warren Weinstein. Un evento che mette in discussione la strategia adottata dall’amministrazione Obama contro il terrorismo: la “near certainty” che prevede appunto l’uso dei droni come arma principale.
Schiff difende la “near certainty”
È la “quasi certezza” di avere sotto mira un obiettivo terroristico e di non mettere in rischio la vita di civili a permettere l’autorizzazione dell’azione dei droni. Una “quasi certezza” perseguita tramite informazioni di intelligence. Un metodo duramente contestato dalle associazioni per i diritti umani. Adam Schiff, capogruppo democratico alla Commissione Servizi della Camera, ha sottolineato: “Chiedere un standard più alto di prova vorrebbe dire la fine di questo tipo di operazioni”. Ed ha aggiunto: “La tragedia è stata che vi fossero nascosti ostaggi innocenti”.
Reprive U.S. attacca Obama
Ma Lo Porto e Weinstein non sono i primi civili caduti sotto l’azione dei droni. Alka Pradhan, avvocato di Reprive U.S., organizzazione che rappresenta le vittime civili dei droni, ha però voluto puntare il dito contro l’amministrazione Obama ricordando che “in nessun altro caso gli Stati Uniti hanno chiesto scusa per i loro errori”.
L’inchiesta annunciata dal presidente Usa per approfondire le cause dell’errore non sembra servire dunque a placare le polemiche.