Vittime droni: dopo la morte di Giovanni Lo Porto, la Casa Bianca sotto i riflettori per gli attacchi con gli aerei senza pilota.
Danni collaterali
Giovedì l’amministrazione americana ha dovuto ammettere di aver ucciso due ostaggi di Al Qaeda, l’americano Warren Weinstein e l’italiano Giovanni Lo Porto, rapiti rispettivamente nel 2011 e nel 2012. I due sono morti lo scorso 15 gennaio durante un attacco condotto per mezzo di droni in Pakistan. Il vero obiettivo era un campo base degli jihadisti.
“È stato un errore” sostengono dall’amministrazione americana; è la prima volta che da Washington si rende noto un incidente del genere. D’altra parte, gli attacchi dei droni sono sotto la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica mondiale da molto tempo: l’aspetto più criticato dell’uso intensivo degli aerei senza pilota riguarda le “signature strikes”.
In alcune zone del mondo, tra cui proprio il Pakistan, la Casa Bianca, in accordo con i governi locali ma fuori dal mandato dell’ONU, permette alla CIA di condurre attacchi in base a ripetuti comportamenti “sospetti” anche senza conoscere l’identità dei bersagli. L’attacco in cui è morto Giovanni Lo Porto ne è un esempio.
Il caso Lo Porto
Weinstein e Lo Porto si trovavano nella valle dello Shawal, nel Waziristan del Nord, zona montagnosa al confine tra Pakistan e Afghanistan, nota per ospitare molti membri di Al Qaeda. Dal 2004 in poi, gli Usa hanno condotto molti attacchi nella regione (circa 400 secondo il Bureau of Investigative Journalism) contro quelli che si ritengono essere i complessi in cui si rifugiano i qaedisti. Prima di bombardare, si assicura dalla CIA, si raccolgono informazioni sufficienti a ritenere che non ci siano civili nell’area.
La stessa procedura è stata seguita anche per quanto riguarda l’attacco del 15 gennaio: l’intelligence americana ha ribadito che presso il camphound della valle dello Shawal non era stata rilevata, dopo un lunga sorveglianza, alcuna presenza di ostaggi. Ci si è resi conto di aver fatto un errore dalle riprese successive al bombardamento: 2 corpi in più oltre i 4 appartenenti agli obiettivi individuati inizialmente.
Come rilevano dal Guardian è molto strano che la Casa Bianca diffonda particolari su una missione di questo tipo. Tuttavia, nonostante il comunicato del governo e la conferenza stampa di Obama, ancora molte cose non si conoscono, per esempio non si sa con precisione quanti civili siano rimasti uccisi.
Il bilancio dei morti
Le maggiori critiche verso i “signature strikes” riguardano proprio l’uccisione dei civili pakistani. Formalmente gli Usa hanno un mandato dell’ONU per lanciare attacchi in Afghanistan ma non in Pakistan. Per Obama negli ultimi 10 anni sono morti un centinaio di civili sul territorio di Islamabad, secondo le statistiche di numerose organizzazioni per i diritti umani il numero dei morti civili supererebbe il migliaio.
Obama aveva annunciato la fine degli attacchi con i droni al confine tra Afghanistan e Pakistan a partire dal 2014; dopo una sospensione risalente all’inizio dell’anno scorso, richiesta dalle autorità locali per intavolare delle trattative con i talebani pakistani, negli ultimi mesi, gli attacchi sono aumentati.