Blog Grillo: “Italicum è come Legge Acerbo, basta fascismo”
“Di fascismo ne abbiamo avuto già uno e ci basta”. Il professore Aldo Giannuli, sul blog di Beppe Grillo, attacca il governo Renzi e l’Italicum che paragona alla “legge truffa del 1953 e alla legge Acerbo del 1924. La situazione è di gravità senza precedenti e si impone un intervento del presidente della Repubblica, nella sua veste di garante della Costituzione – aggiunge – Forse sarebbe opportuno che le opposizioni sollecitassero con una lettera comune questo intervento”.
“Mattarella intervenga”
“Se l’intervento di Matterella dovesse mancare, se nonostante tutto, l’Italicum dovesse essere approvato grazie a queste bravate e non trovare alcun argine istituzionale – aggiunge Giannuli – alle opposizioni non resterebbe che meditare sull’opportunità di un Aventino generalizzato, abbandonando tanto i lavori di commissione quanto quelli di aula, sino a quando il Capo dello Stato, constatata la situazione, non sciolga le Camere, indicendo nuove elezioni, ma previa pronuncia della Corte Costituzionale sulla ammissibilità di questa legge”.
Il professore vicino al M5S parla quindi di una “degenerazione autoritaria delle nostre istituzioni.Lo spirito della Costituzione (art. 72) vorrebbe che le leggi elettorali fossero terreno di prevalente -se non esclusiva- competenza parlamentare e non governativa, ed il costume costante, nella storia repubblicana, è stato sempre di lasciare la massima autonomia ai gruppi parlamentari sul tema. E si suppone che, in una materia tanto delicata, sia auspicabile lasciare ai parlamentari massima libertà di voto.Ora siamo al punto che, non solo il disegno di legge è stato avanzato in prima persona dal governo, ma il Presidente del Consiglio, nella sua doppia veste di segretario del partito di maggioranza – prosegue Giannuli – ha imposto forzosamente un iter legislativo senza precedenti, giungendo a rimuovere e sostituire ben 10 rappresentanti del suo partito in Commissione Affari costituzionali. E, per di più si minaccia il ricorso al voto di fiducia per costringere i dissidenti ad uniformarsi e si chiede di impedire il voto finale segreto”.
Il paragone con la Legge Acerbo è improprio
Nonostante le parole di fuoco, il paragone tra Italicum e Legge Acerbo (dal nome del deputato fascista che ne fu relatore) appare quantomeno azzardato. Tra la legge elettorale voluta da Benito Mussolini e quella proposta da Matteo Renzi esistono differenze enormi e assolutamente non trascurabili. La Acerbo, tanto per cominciare, prevedeva un premio di maggioranza abnorme e completamente antidemocratico: nel caso in cui la lista più votata a livello nazionale avesse superato il 25% dei voti validi, avrebbe infatti automaticamente ottenuto i 2/3 dei seggi della Camera dei Deputati, eleggendo in blocco tutti i suoi candidati; in questo caso tutte le altre liste si sarebbero divise il restante terzo dei seggi (quindi le briciole). Altra differenza era la presenza di un collegio unico nazionale che, come detto, permise ai fascisti di eleggere in blocco tutti i nomi candidati nella Listone Nazionale (che nel 1924 ottenne il 60,9%).
Come si può facilmente vedere, quindi, le similitudini con l’Italicum non esistono. Quest’ultimo, infatti, prevede un premio di maggioranza nel caso in cui il partito più votato ottenga il 40% dei voti (ipotesi irrealizzabile secondo i sondaggi di oggi). Per di più, il premio in questione non assegna affatto i 2/3 dei seggi, bensì il 55%, percentuale che potrebbe perfino essere conforme ai voti incassati dalla lista vincente, nel caso in cui si andasse al ballottaggio tra i due partiti più votati al primo turno.
Da ultimo, mentre la Legge Acerbo, grazia al meccanismo delle “liste civetta” arrivò a comprimere ancor di più il diritto di rappresentanza per le opposizioni, l’Italicum prevede una soglia di sbarramento al 3%, quindi molto bassa e alla portata di tutte le forze politiche attualmente presenti in Parlamento.