L’Italicum da oggi è in aula. Dopo giorni di parole la tanto discussa legge elettorale arriva alla prova dei fatti. Roberto Giachetti, deputato Pd, assicura ad Agorà che non ci sarà alcuna scissione: “Non credo alla scissione del Pd, questo perchè una buona parte di coloro che la minacciano, se escono dal Partito Democratico, finiscono politicamente di esistere: chi è che, dopo, li va a cercare?”. Ieri il leader di Area Riformista, Roberto Speranza, ha parlato di violenza al Parlamento, qualora venisse posta la fiducia sull’Italicum. A lui risponde oggi, dalle colonne del Corriere della Sera, il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. “Il governo ritiene possibile usare la fiducia solo come extrema ratio. Il tema è come i parlamentari, a viso aperto, vogliono prendersi le responsabilità davanti al Paese, non nascondendosi dietro l’uso improprio del voto segreto. La fiducia – aggiunge Guerini – non è argomento di oggi. Vedremo come si svilupperà la discussione, a partire dal primo passaggio di martedì, sulle pregiudiziali di costituzionalità e di merito ( tre pregiudiziali da parte di Sel, Lega e M5s e due questioni pregiudiziali di merito da parte di Sel e M5s. ndr)”.
Il ministro della Cultura Dario Franceschini prova a smorzare i toni e invita i protagonisti ad evitare toni apocalittici. “Sono anni che parliamo di rafforzare l’esecutivo, di dare un ruolo più incisivo al presidente del Consiglio, non certo di indebolirlo, di fine del bicameralismo. Tutto il dibattito costituzionale ruota intorno a questo. Certi toni apocalittici sono francamente sproporzionati”.
Italicum, Pisicchio: “La rissa può essere evitata”
Modifiche migliorative e consensuali: per condurre in porto l’Italicum serve la “terza via”. Ne è convinto Pino Pisicchio, presidente del gruppo misto alla Camera, che al Mattino spiega: “i Democratici devono venir fuori dallo schema del conflitto interno, perchè la legge elettorale è affare che riguarda l’intero Parlamento e non solo il loro partito. Il ritorno al Senato è ineludibile – afferma -. Ci sono almeno tre punti di fragilità costituzionale che andranno necessariamente corretti. In primis i capilista bloccati, poi va districato il nodo delle candidature plurime, che la sentenza della Corte costituzionale ha chiaramente dichiarato intollerabili. Terzo: la validità d’una vittoria al ballottaggio passa per una soglia minima riguardante la partecipazione. A questi tre punti io aggiungerei dei nodi squisitamente politici: il premio di maggioranza è stato spostato dalla coalizione alla lista e lo schema di voto per preferenze diventa, così facendo, affare soltanto di qualche candidato Pd, perchè poi tutti gli altri saranno bloccati”. Pisicchio invita infine i democratici a porre fine “a questo psicodramma e a stringere un patto di lealtà”.
La contestazione di Passera
Corrado Passera, leader di Italia Unica e da sempre molto critico verso le scelte del governo, ha deciso di contestare in maniera molto singolare l’accelerazione sull’Italicum. Ecco come:
L. elettorale: Passera ‘imbavagliato’ a Montecitorio, è colpo di mano http://t.co/GYEZkQxJLnpic.twitter.com/VpsfhEVeEy
— 1001portails Italia (@1001ptsIT) 27 Aprile 2015
Il Mattinale: “Renzi è un ricattatore”
“Che fai? Minacci? Ieri il capogruppo di Sel, Arturo Scotto, ha denunciato il lavoro vero di Matteo Renzi. Il modo con cui il Presidente del Consiglio cerca di far passare questa legge elettorale indigeribile, senza neanche provare ad aggiustarla un pò, è fare ‘pressionì personali. O la voti, o muori politicamente“. Lo scrive ‘Il Mattinale’ la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.
“Questo comportamento -si legge- fa capire come sarà il futuro se diventerà operante l’Italicum in combinato disposto con il monocameralismo di fatto e il premierato d’acciaio che ne sortirebbe. Un fatto pericoloso. Dunque, per il bene della nostra democrazia, dobbiamo tutelarci da un’evenienza autoritaria. Occorre pensare a un sistema di contrappesi. Il meglio sarebbe il presidenzialismo americano. In assenza, va impedita una legge che dà premio alla lista e impedisce di coalizzarsi per il ballottaggio. Renzi, nell’esercitare il suo ricatto, postula l’inesistenza del Capo dello Stato quanto a pensiero e volontà autonomi, suppone la perfetta coincidenza del Quirinale con la propria persona, quasi Sergio Mattarella sia una immagine olografica”.