Spese pazze in Lombardia, il Gup di Milano rinvia a giudizio 56 ex consiglieri
Cinquantasei rinvii a giudizio, tre condanne, tre proscioglimenti e una assoluzione. È quanto ha stabilito il Giudice per le indagini preliminari di Milano Fabrizio D’Arcangelo nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte “spese pazze” per un valore di circa 3 miliardi di euro commesse da parte degli ex consiglieri lombardi, ora accusati a vario titolo di truffa e peculato, con i fondi destinati ai gruppi regionali nel periodo 2008 – 2012. Soldi che sarebbero stati usati per l’acquisto di una vasta gamma di articoli, che spaziano dai gratta e vinci ai torroni, passando per le piadine alla nutella, cene a base di sushi ed aragosta e provole.
Tra i rinviati a giudizio anche Renzo Bossi e Nicole Minetti
Tra gli ex inquilini del Pirellone che, il prossimo primo luglio, dovranno presentarsi davanti ai giudici della decima sezione penale ci sono anche Renzo Bossi, figlio dell’ex leader della Lega Nord Umberto, e Nicole Minetti. Al “Trota”, per usare un soprannome attribuitogli dal padre, si contestano spese per 15.757,21 euro commesse tra il 2010 e il 2012, mentre per l’ex igienista dentale di Silvio Berlusconi la cifra ammonta a 19.651,96 euro.
Oltre a loro, sono stati rinviati a giudizio anche l’allora presidente del Consiglio regionale Davide Boni, gli assessori Romano Colozzi, Massimo Buscemi e Giulio Boscagli , i consiglieri Stefano Galli, Elisabetta Fatuzzo , Luca Gaffuri e Chiara Cremonesi.
Sono stati condannati, invece, tre dei quattro consiglieri regionali che avevano scelto il rito abbreviato: due anni di reclusione per Carlo Spreafico e Alberto Bonetti Baroggi , che ha restituto la cifra contestata alla Corte dei Conti, e un anno e mezzo per Angelo Costanzo. L’altro, l’attuale deputato del Pd Guido Galperti, è stato assolto per vizio procedurale. Lo stesso, che ha comportato anche il proscioglimento degli ex assessori Giovanni Rossoni e Mario Scotti.
Stralciata la posizione di Franco Nicoli Cristiani
Stralciata, invece, la posizione dell’ex assessore bresciano Franco Nicoli Cristiani, il quale ha chiesto di patteggiare una pena che va oltre i due anni, in continuazione con la condanna già patteggiata nell’ambito della discarica a Cappella Cantone, in provincia di Cremona. Una richiesta, che verrà valutata da un altro giudice per le indagini preliminari il prossimo 30 aprile.