Sono state rese note le stime dell’Ue sulla situazione economica italiana che vedono un parziale accordo con quanto già riferito dai dati Istat. Quest’anno “dopo la forte recessione del 2012-13, si prevede una lenta ripresa sostenuta soprattutto dalla domanda esterna”. Secondo la commissione europea, infatti, il Pil dovrebbe segnare lo 0,6% , andando a smentire la previsione contenuta nel Def che stimava una crescita del Pil intorno allo 0,8%. Le previsioni cambiano per il 2015 quando l’Ue calcola una crescita dell’ 1,2% e l’Istat dell’ 1%.
Quello che preoccupa Bruxelles è il peggioramento delle stime riguardo alla disoccupazione. Dopo il 12,2% del 2013, la disoccupazione quest’anno raggiungerà il 12,8% per poi scendere nel 2015 al 12,5%. Numeri simili anche per l’Istat (12,7% per il 2014) che punta l’attenzione sulla crescita dei senza lavoro di lunga durata, situazione che per molti significa un’esclusione perenne dal mercato del lavoro.
Resta inoltre elevato l’allarme per quanto riguarda il debito pubblico: nel 2014 si prevede un’impennata del 135,2% del Pil, per poi scendere al 133,9% nel 2015 grazie alla crescita e alle privatizzazioni previste per la seconda parte del 2014. Il Governo, come spiega il ministro dell’economia Padoan, aveva previsto che “il debito quest’anno sarebbe aumentato e il prossimo sceso”. Risultano inoltre evidenti segnali di ripresa. Come fatto dall’Istat, anche l’Ue sottolinea che “le famiglie italiane aumenteranno i consumi e consolideranno i risparmi anche grazie al taglio del cuneo fiscale”. La Commissione europea specifica che il bonus di 80 euro “è probabile abbia un effetto neutrale sulla crescita nel breve periodo, ma potrebbe avere un effetto positivo nel lungo termine se sarà finanziato razionalizzando e migliorando l’efficienza della spesa”.
Il commissario europeo Siim Kallas ha ricordato che la Commissione rimanderà ogni giudizio al 2 giugno, quando verrà pubblicato il parere sul pareggio in bilancio annunciato dall’Italia. E da Bruxelles fanno sapere che le previsioni per il prossimo anno non tengono in conto né la riduzione dell’Irpef né la spendig review poiché “i dettagli non sono ancora stati specificati”.
Nel ricordare che le stime Ue confermano la crescita in Italia, Pier Carlo Padoan, presente ieri a Bruxelles, ha aggiunto: “le misure richiedono tempo, ma la direzione è giusta e le misure sono giuste; i tempi sappiamo tutti, sia a Roma che a Bruxelles, non sono immediati, ma questo non indebolisce l’importanza delle misure”.
Alessandra Scolaro