Juncker: il Presidente della Commissione Europea interviene alla plenaria del Parlamento Europeo e ammette l’errore che ha provocato “gravi perdite di vite umane”.
Juncker e la “responsabilità condivisa”
Bloccare l’operazione di soccorso in mare “Mare Nostrum” è stato un errore che ha provocato “gravi perdite di vite umane”, a dirlo Jean Claude Juncker, presidente della Commissione Europea, di fronte al Parlamento Europeo riunito in occasione di una seduta sulle migrazioni. Triplicare i fondi per l’operazione “Triton” (120 milioni di euro annui) riportando la quota di risorse ai livelli di “Mare Nostrum”, ha aggiunto Juncker, non è un’anomalia semmai si tratta di “un ritorno alla normalità”.
“L’Italia da sola ha finanziato l’operazione Mare Nostrum, ora saranno il budget europeo e i contributi di tutti a finanziare Triton” ha ricordato il Presidente della Commissione facendo riferimento alla decisione presa dal vertice Ue della settimana scorsa. Tuttavia, le “immediate” risposte della Comunità Europea sono ancora “insufficienti”. Dobbiamo agire sull’immigrazione “in regola” ha precisato Juncker, aggiungendo che la nuova strategia dell’Europa sull’immigrazione dovrà prevedere “un meccanismo di quote che vada al di là della volontarietà”.
Il 13 maggio la Commissione Europea presenterà il “sistema delle quote” che dovrebbe assegnare a ogni stato un certo numero di rifugiati, Cameron – “bisognerebbe portare le persone salvate nel paese più vicino” (cioè l’Italia) ha dichiarato il premier inglese a margine del vertice della scorsa settimana – permettendo.
Le differenze tra “Mare Nostrum” e “Triton”
Dopo un’intensificazione del fenomeno migratorio avvenuta nella seconda metà del 2013 ma soprattutto in seguito al naufragio avvenuto tra il 2 e il 3 ottobre a largo di Lampedusa, in cui persero la vita 366 migranti, il governo Letta inaugurò (data effettiva dell’inizio delle operazioni 18 ottobre) l’operazione “Mare Nostrum”.
“Mare Nostrum” sostanzialmente potenziava il sistema dei controlli già attivi ma con due priorità: “garantire la salvaguardia della vita in mare” da una parte, “assicurare alla giustizia coloro che lucrano sul traffico illegale di migranti” dall’altra. Secondo i dati del ministero dell’Interno (ottobre 2014) “Mare Nostrum” ha permesso di salvare circa 100mila migranti, di cui 9mila minorenni. Stando sempre agli stessi dati: 500 in totale gli scafisti arrestati e 3 le “navi madre” (quelle che portano le barche con i migranti al largo delle coste di partenza per poi abbandonarle in mare aperto) sequestrate.
Alla fine dell’agosto dell’anno scorso, in virtù di un ulteriore aumento dei flussi, Frontex, l’agenzia che coordina la cooperazione fra gli stati Ue nella gestione delle frontiere esterne, ha iniziato a supportare “Mare Nostrum” con un’operazione denominata “Frontex plus”. L’1 novembre 2014, “Mare Nostrum” e “Frontex Plus” hanno dato vita all’operazione “Triton”.
Quest’ultima vede la partecipazione di 29 paesi ed è finanziata dall’Ue con 2,9 milioni di Euro (due terzi in meno di quanto era stato stanziato per “Mare Nostrum”). Inoltre, “Triton” prevede il controllo delle acque internazionali solo fino a 30 miglia dalle coste italiane, insomma, il suo scopo principale non è il soccorso ma il controllo della frontiera “europea”.