Da qualche giorno Wesley Sneijder non è più un calciatore. L’ex di Real Madrid e Inter, ovvero alcuni dei club in cui ha giocato, ha deciso di porre fine alla sua carriera agonistica a soli 35 anni. La sua ultima esperienza è stata con l’Al Gharafa nel campionato del Qatar, ma l’olandese è stato un calciatore vincente a più livelli da sempre. C’è chi ancora recrimina la mancata assegnazione del Pallone d’Oro 2010, in quello che fu il suo anno d’oro. Nel suo palmarés troviamo ben 23 titoli di squadra, più svariati riconoscimenti individuali ottenuti nel corso di tutta la sua carriera.
Sneijder è stata una delle colonne portanti della generazione dorata olandese che sfiorò il mondiale sudafricano, dove si dovettero arrendere soltanto ad un altro campione a tutto tondo quale Andrés Iniesta.
Tornando al ritiro, l’ex numero dieci nerazzurro ha rilasciato un’intervista esclusiva al Telegraaf, noto giornale olandese, nella quale ha parlato del suo ritiro e dei piani futuri.
LEGGI ANCHE: Agente Dzeko: “Non poteva aspettare le scelte di qualcuno”
Le parole di Sneijder
Queste le motivazioni circa il suo addio al calcio giocato: “Due o tre mesi fa, quando alcuni club erano interessati a me e mi hanno contattato, mi sono reso conto che non volevo ascoltare alcuna proposta. Era arrivato il momento di mettere la parola fine. Avrei potuto giocare per altri due o tre anni anche in Qatar ma era giunta l’ora di chiudere la mia carriera da giocatore. Ho iniziato quando avevo sette anni e già giocavo nell’Ajax. Da allora vivevo in un tunnel in cui non sono stato in grado di muovermi più di tanto. Non sono quasi mai stato in grado di vivere i fine settimana, i compleanni, i matrimoni, persino i funerali. Volevo riguadagnare la mia libertà. Ho il calcio nel sangue e questa cosa non cambierà mai, ma quello che dovevo fare ormai l’ho fatto”.
Per il futuro le idee sono chiare: “Lavorare per il mio agente Guido Albers sarebbe la soluzione più semplice, ma non ho mai optato per la strada più corta. Mai. Voglio farcela da solo, è un grande passo ma so di poterlo fare. Ora voglio fare da guida per i giovani calciatori, sfruttando la mia esperienza da vincitore di Champions e finalista dei Mondiali. Tutto quello che ho vissuto, dall’essere al top da eroe a Madrid all’addio burrascoso all’Inter mi ha lasciato qualcosa. Ora credo di avere tante porte aperte davanti a me. Ovunque sono andato sono stato amato da tutti, compagni, tifosi, club e stampa”.