La bocciatura da parte della Corte Costituzionale della contestatissima riforma Fornero, introdotta nel 2011 nell’ambito del Decreto Salva Italia dal governo Monti, e accompagnata dalle celeberrime lacrime del ministro, rischia di avere un effetto devastante per i già traballanti conti dello Stato.
La consulta infatti aveva stabilito l’incostituzionalità della norma nella parte in cui disponeva che per i trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo, ovvero maggiori di 1443 euro lordi mensili, non fosse prevista la rivalutazione annuale dell’assegno pensionistico.
L’avvocatura dello Stato già in udienza aveva paventato l’entità economica che un eventuale risarcimento ai contribuenti avrebbe provocato, ovvero quasi 5 miliardi (1,8 per il 2012 e 3 per il 2013) ma i giudici costituzionali (la cui età media è 70anni) erano stati inflessibili, ritendo che la violazione degli art. 36 e 38 della Costituzione non fosse giustificabile dalle esigenze finanziarie del governo in crisi a loro avviso non “illustrate in dettaglio”.
I numeri tuttavia potrebbero rivelarsi più catastrofici del previsto dato che secondo Spi-Cgil il buco sarebbe di 8 miliardi.In ogni caso è in previsione un innalzamento del deficit dal 2,6 al 2,8%.
Il Governo ora sta facendo i conti e cercando di trovare soluzioni tecniche per limitare la portata della sentenza che in ogni caso a detta del Ministro Giuliano Poletti: “non si può che applicare”.
Per l’esperto di lavoro e welfare Giuliano Cazzola “potrebbe rimodulare il provvedimento sulla base di un multiplo più elevato” ovvero superare il criterio di applicabilità alle pensioni superiori di tre volte il minimo così “in questo modo si ridurrebbero le somme da restituire” e in più “si potrebbero adottare forme di rateizzazione”.
Fornero bocciata, la soddisfazione dei sindacati
I sindacati pur preoccupati dal buco per lo Stato, colgono l’occasione per rilanciare la rottamazione della legge Fornero. Annamaria Furlan, segretario della Cisl la definisce”La riforma previdenziale peggiore d’Europa”. Susanna Camusso della Cgil plaude alla sentenza della consulta “Era una norma ingiusta e la Corte costituzionale lo ha confermato: è la dimostrazione che bisogna mettere mano alla legge Fornero che è piena di ingiustizie ed è una delle ragioni della crescita della disoccupazione”. Per Carla Cantone , segretario generale di Spi – Cgil, la sentenza “è molto chiara: non si può fare cassa con i pensionati”. Carmelo Barbaglio , leader Uil d’altronde con una battuta mette in evidenza il problema del “tesoretto”, quei 1,6 miliardi ricavati dal Def che ora potrebbero utilizzati per affrontare il risarcimento “è solo virtuale, per questo volevano darlo ai poveri”.