L’Italicum è legge. E forse rappresenta la più grande vittoria di Matteo Renzi. Una vittoria che simboleggia un crocevia fondamentale per la storia politica italiana, sia a livello istituzionale che partitico. Sulla base della nuova legge elettorale si ridisegneranno gli equilibri politici futuri e si riapriranno nuove battaglie, anch’esse di vitale importanza: quelle sulla trasformazione del Senato della Repubblica. Ieri si è assistito all’atto conclusivo della vicenda, dopo aver affrontato tre voti di fiducia, l’Italicum è passato senza sorprese.
La lunga trafila dell’Italicum
Questa volta il premier ha dovuto mostrare i muscoli in più frangenti. Le proteste sono state numerosissime: dalle dimissioni del capogruppo alla Camera Roberto Speranza, alle proteste che hanno portato all’Aventino le opposizioni. Il tutto condito, dopo la decisione di apporre la questione di fiducia, dalle accuse di deriva dittatoriale e fascista da parte del MoVimento 5 Stelle e degli altri: Forza Italia con Brunetta, Sel, Fratelli d’Italia e Lega. Il Partito democratico di Renzi ha resistito, utilizzando mezzi forse poco costituzionali (sarà la Consulta e il Presidente della Repubblica a valutare). Se le proteste sono state innumerevoli, ora è giunto il momento dei commenti, delle valutazioni e delle critiche più dure.
Rosy Bindi: “l’Italicum ammazza il bipolarismo, è la legge del partito unico”
Ha gli stessi vizi del Porcellum, è una vittoria di Pirro perché “ammazza il bipolarismo”. Lo ha sostenuto la deputata Rosy Bindi. Quella della Presidente della Commissione parlamentare Antimafia è una delle reazioni più dure. Anche se fa sapere che la minoranza del Pd non creerà un gruppo autonomo e che lei stessa non appoggerà un referendum abrogativo. Probabilmente ha fiducia nei contrappesi istituzionali che dovranno esprimersi sulla legge, secondo lei incostituzionale per gli stessi vizi della legge di Calderoli: premio di maggioranza sproporzionato e liste bloccate (nel caso dell’Italicum soltanto i capilista sono bloccati).
Utilizzano la stessa logica i deputati in quota Dem, Enzo Lattuca e Angelo Rughetti. L’opposizione interna del Pd spera in un cambiamento per le riforme istituzionali. Per la minoranza, ora la partita si fa più difficile. Per Rughetti “la maggioranza farebbe bene a dare segnali di apertura e di coinvolgimento verso la minoranza Pd e verso le opposizioni”. “Ora la riforma della Costituzione subirà una battuta d’arresto” ha continuato Rosy Bindi. Più drastico Lattuca: “Quando si vedranno i sondaggi si capirà che anche i ballottaggi saranno pericolosi”.
M5S: “Matterella non firmi”
A colpi di hashtag (#MattarellaNonFirmare #Italicum), l’uomo delle riforme dei cinque stelle, Danilo Toninelli fa appello al Presidente della Repubblica per non firmare l’Italicum: un monito che il MoVimento aveva presentato anche in Parlamento. Ha risposto il ministro Maria Elena Boschi: “Non tiro per la giacchetta Mattarella. Però siccome è un costituzionalista sono convinta che la firmerà.”
Da Forza Italia a Sel, le altre opposizioni
“Voi dite che la legge viene fatta per dare la governabilità. Ma democrazia significa governo del popolo e forse è qui l’inceppo.” Chiarissimo Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà. Seguito anche da Fabio Rampelli di Fd’I: “Una scena penosa vedere gli eredi di Gramsci costretti a votare una pessima legge perché impauriti da Renzi di tornare a casa”. Mentre il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta aggiunge poco alle posizioni espresse negli scorsi giorni: “una legge infame”. Il segretario della Lega Matteo Salvini invece sposta l’attenzione su altri problemi: “Boschi sorride ma le fabbriche intanto chiudono”. “Quei cazzoni stanno in Parlamento a occuparsi della legge elettorale e dell’Italicum, mentre i capannoni chiudono e vengono messi nelle mani delle banche”, lo ha riferito oggi a Radio Padania. Intervistato dalla trasmissione Piazza Pulita di La7, il deputato del M5S Alessandro Di Battista avverte: “Se gli italiani dovessero mandarci al governo da soli, qua devono scappare dall’Italia perché gli sequestriamo tutto quello che hanno rubato”. Un’ipotesi basata sul ballottaggio previsto dalla nuova legge elettorale votata ieri alla Camera, l’Italicum. “Speriamo”, aggiunge Di Battista.