Dopo la bocciatura di una delle norme più controverse della riforma Fornero da parte della Consulta, la Codacons ha deciso di formare una squadra di avvocati esperti in tema di pensioni per valutare la possibilità di istituire una class action contro lo Stato italiano per quanto riguarda la rivalutazione delle pensioni inferiori a 2.400 euro mensili.
“La decisione della Corte Costituzionale che ha bocciato la riforma Fornero sulle pensioni – spiega Carlo Rienzi, presidente Codacons – apre la strada ad una valanga di ricorsi da parte dei pensionati per il riconoscimento del trattamento pensionistico loro spettante. Per tale motivo stiamo studiando come improntare una azione collettiva volta a far valere gli interessi di chi, pur avendo lavorato e contribuito a determinare la propria pensione, ha subito una lesione dei propri diritti patrimoniali riconosciuta dalla Consulta”.
“Finalmente i pensionati che avevano subito il blocco della perequazione su trattamenti di importo superiore a 1.443 euro mensili negli anni 2012 e 2013 verranno risarciti. Si tratta di un risultato straordinario fortemente voluto da Federmanager e Manageritalia che hanno proposto un ricorso andato a buon fine”, commenta il presidente della Cida, Silvestre Bertolini.
Bocciatura riforma Fornero, Poletti: “No a patrimoniale”
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha promesso che il governo non ricorrerà alla patrimoniale per sanare il buco di circa 5 miliardi che la bocciatura della norma sul blocco delle pensioni superiori a 2,8 volte l’assegno socociale (contenuta nella riforma Fornero) è destinata ad aprire nelle casse dello Stato: si tratta infatti di 1,8 miliardi per il 2012 e di circa 3 miliardi per il 2013.
“Non ci sarà una patrimoniale – ha detto ieri Poletti a Milano – non abbiamo in previsione una patrimoniale o altre tasse. Noi le tasse – ha aggiunto – le vogliamo diminuire”.
“Incontrerò sicuramente i sindacati, non appena avremo definito a livello di governo una posizione collegiale in merito alla sentenza della Consulta. E’ necessario un approfondimento dei contenuti – ha concluso il ministro – serve un po’ di tempo”.
Lanzillotta: “Un errore la bocciatura retroattiva”
Oggi, in un’intervista a Corriere della Sera e Il Messaggero, la vicepresidente del Senato Linda Lanzillotta (Pd) ha criticato la bocciatura retroattiva della norma sul blocco pensioni sentenziata dalla Consulta, la quale non avrebbe bilanciato “sufficientemente il principio dell’equità con quello, sancito dalla Costituzione all’articolo 81, che riguarda i vincoli di bilancio”.
Secondo Lanzillotta, la Corte avrebbe dovuto “limitarsi a bocciare la norma. A febbraio la Consulta ha censurato la Robin Hood tax sulle imprese del settore energetico. La Corte l’ha cassata, ma non retroattivamente. Non ha chiesto la restituzione delle maggiori imposte pagate dalle imprese, proprio tenendo conto dell’ equilibrio dei conti pubblici”.
“Il punto sul quale interrogarci è: qual è la soglia di reddito da tutelare ai fini dell’equità? Io credo che l’identificazione di questa soglia possa essere mutevole a seconda delle condizioni generali del Paese”, osserva Lanzillotta. “Non dico che 1.400 euro al mese siano un reddito da ricchi. Ma nel 2011 eravamo vicinissimi al default e rientrava nelle valutazioni squisitamente politiche, quindi del Governo e del Parlamento e non della Corte Costituzionale, decidere come fronteggiare equamente l’emergenza”.
“Al di là delle pensioni basse, che sono un problema, questo quadro di finanza pubblica ci presenta anche altre emergenze sociali: l’aumento della disoccupazione giovanile, delle famiglie sotto la soglia di povertà. Ora – rileva – bisognerà trovare una dozzina di miliardi di euro, che forse potevano avere una distribuzione più equa”.