Guerra civile Ucraina: rischio catastrofe umanitaria e fallimento della diplomazia
Il bilancio delle vittime della guerra civile in Ucraina si aggiorna: negli scontri di ieri a Slovyansk sono deceduti oltre 30 miliziani filorussi, sono decine i feriti, a confermarlo è stato Arsen Avakov, titolare degli Interni di Kiev, sulla sua pagina Facebook. I dati del ministero riferiscono che alcuni tra i morti identificati sono residenti in Crimea, ma nella conta risulterebbero anche cittadini russi e originari della Cecenia; negli guerriglia sarebbero morti anche 4 militari ucraini, il leader dei separatisti Miroslav Rudenko, ha confermato le notizie fornite dalle fonti ufficiali, aggiunge che tra le vittime risultano anche dei civili.
Secondo quanto riferiscono i media ucraini– dopo il terribile rogo di 4 giorni fa che ha causato la morte di 46 persone e oltre 200 feriti – a Odessa sono ancora una cinquantina i dispersi; Olena Kitaiska, direttrice del dipartimento della protezione civile della città, ha dichiarato che i dispersi potrebbero essere tra la ventina di cadaveri non ancora identificati o tra le persone arrestate.
Serghei Lavrov, ministro degli Esteri di Mosca, a margine del Consiglio d’Europa ha dichiarato che gli incontri di Ginevra, nonostante la scottante evidenza dei fatti, non devono essere considerati un “fallimento”; Lavrov non ha escluso la possibilità di tenere nuovi incontri a patto che vengano coinvolte le frange dell’opposizione al governo di Kiev.
A Mosca, nel frattempo, si prepara la ricorrenza del 9 Maggio, anniversario della vittoria sovietica sul nazismo: i festeggiamenti saranno in grande stile, tanto per sottolineare vittorie vecchie e nuove; Putin si recherà in Crimea, nella regione da poco annessa dalla federazione russa, a 70 anni dalla liberazione di Sebastopoli dai nazisti. A Kiev, invece, non si festeggerà – sicuramente il rogo di Odessa impone il contegno istituzionale e sociale – ma da parte delle autorità centrali ucraine si vuole cogliere l’occasione per evidenziare il distacco da una festa identificata con la Russia; è ufficiale l’abbandono del nastro nero-arancione simbolo della vittoria sovietica, utilizzato dai filorussi che combattono a Est, e l’utilizzo del papavero stilizzato, simbolo “europeo” del ricordo delle vittime della seconda guerra mondiale.
Guglielmo Sano