Macedonia: il premier Nikola Gruevski è al centro di uno scandalo, i manifestanti scendono in piazza spontaneamente per chiederne le dimissioni.
Macedonia: scontri a Skopjie
Ieri circa 2mila manifestanti sono scesi spontaneamente per le strade di Skopjie, capitale della Macedonia, per chiedere le dimissioni del primo ministro Nikola Gruevski al grido di “Assassini!, Assassini!”. Il bilancio dei feriti ufficialmente si è fermato a quota 10 agenti di polizia, per questi solo contusioni dice il ministero dell’Interno; altre fonti parlano di almeno 19 feriti, tutti poliziotti tranne uno che sarebbe un fotografo.
Le forza pubblica è riuscita a calmare gli animi dei manifestanti, dopo due ore di violenti scontri in prossimità del palazzo del governo, grazie all’uso di lacrimogeni e idranti. L’accaduto si è svolto nel completo silenzio dei media nazionali.
Macedonia: il premier non si dimette
Nikola Gruevski occupa la carica di capo del governo da ben 9 anni. L’esponente del partito conservatore a gennaio è stato coinvolto in uno scandalo dai connotati poco chiari. Tutto è partito da alcune intercettazioni diffuse dal capo dell’opposizione, il socialdemocratico Zoran Zaev. Nella prima tranche di registrazioni si sentirebbero Gruevski e altri eminenti funzionari macedoni mentre si mettono d’accordo per favorire la carriera di alcuni appartenenti al partito di governo.
Inoltre, Gruevski sarebbe protagonista anche di un’altra “nefandezza”, stando all’ultima tranche (la ventinovesima) diffusa da Zaev. Il premier, al telefono con il ministro degli Interni, avrebbe cercato di organizzare l’insabbiamento dell’omicidio del 22enne Martin Neskovski da parte di un agente di polizia (d’altra parte condannato a 14 anni di carcere in data antecedente a quella dell’intercettazione) durante i festeggiamenti seguiti alle elezioni del 2011.
Macedonia: la difesa di Gruevski
Il primo ministro finora non ha concesso nulla ai suoi accusatori. Gruevski ha più volte ribadito come il caso montato contro di lui sia un “complotto” ordito da servizi segreti stranieri e volto a indebolire la (a dir vero, già fragile) democrazia macedone. Il primo ministro ha anche accusato l’opposizione di strumentalizzare la morte di un ragazzo con l’intento di ottenere un tornaconto politico.
La procura della capitale ha incriminato Zoran Zaev per “violenza contro gli alti organi dello stato”. Quest’ultimo, dal canto suo, continua con le accuse: il governo starebbe intercettando 20mila persone tra cui politici, religiosi e giornalisti, con l’obiettivo di reprimere il dissenso verso la cavalcante dittatura.