Vitalizi ai condannati, ok dell’Ufficio di presidenza della Camera alla delibera che blocca la corresponsione dei vitalizi agli ex deputati condannati per reati considerati gravi. Fi e M5s abbandonano la seduta, e i rappresentanti di Ap non hanno partecipato al voto. Nessun voto contrario, a favore hanno votato Pd, Sel, Sc, Fdi e Lega.
A sbloccare l’impasse dei partiti sembra essere stata decisiva l’inchiesta condotta dell’Espresso. Il comunicato ufficiale dei presidenti di Camera e Senato, diffuso nella giornata di mercoledì, recita: “Il tanto atteso provvedimento delle Camere è alla stretta finale: domani sarà formalmente sottoposto, in contemporanea, agli organi competenti dei due rami del Parlamento. Per arrivare a questo risultato ci sono voluti dei mesi di lavoro, durante i quali sia la Camera che il Senato hanno chiesto pareri ad esperti costituzionalisti e hanno approfondito i complessi aspetti giuridici e amministrativi della questione. Adesso è tempo di decidere”.
Parlamentari divisi tra favorevoli e contrari
Tempo di decidere. Le ormai prossime elezioni regionali vietano ai partiti di compiere passi falsi. Issare le bandiere in difesa della casta non sarebbe un buono spot elettorale per nessuno. E questo dovrebbe giocare in favore dell’abolizione. Eppure, non tutti i parlamentari sembrano avere parere unanime. Tutt’altro.
Da Fratelli d’Italia si è mostrato subito favorevole al provvedimento Edmondo Cirielli che ha però fatto sapere di non poter essere presente alla votazione.
Il fardello dei “Diritti acquisiti”
La decisione non è cosa facile. Il fardello dei “diritti acquisiti” pesa sul capo di tutti i parlamentari. Nessuno si dice apertamente contrario l’abolizione dei vitalizi per i condannati e molti si guardano bene del dichiararsi apertamente a favore. Il cavillo, che per molti funge da alibi, è l’impossibilità di rimandare la decisione ad una semplice delibera di Camera e Senato. A pesare in favore di questo punto di vista, il parere di due giudici emeriti della Corte Costituzionale: Cesare Mirabelli e Sabino Cassese.
Ncd invoca necessità di una legge
Ad invocare la necessità quindi di una legge è anche l’ex presidente del Senato Renato Schifani di Ncd: “Costituzionalisti di insigne fama hanno sollevato il dubbio sulla competenza ad intervenire dell’Ufficio di presidenza e non da parte dell’intero Parlamento”. Posizione analoga ha assunto Forza Italia che martedì ha anche depositato un ddl in merito. Duro il parere di Area popolare espresso da Fabrizio Cicchitto: “La revoca dei vitalizi ai parlamentari condannati attraverso delibere degli Uffici di presidenza delle Camere è una decisione grave e quanto meno di dubbia costituzionalità”.
Pd diviso
Dal Pd si è levata nell’aula del Senato la voce di Ugo Sposetti, ex tesoriere dei Ds, anche lui ad invocare la necessità di una legge causando l’ira del M5S. Ma nel partito di maggioranza il parere non è unanime. Luigi Zanda rispondendo a Sposetti ha dichiarato: “Il gruppo del Pd ritiene che vadano osservate in modo assoluto le norme stabilite dai regolamenti parlamentari”.
Lega Nord favorevole a abolizione di ogni vitalizio
Favorevole all’abolizione del vitalizio agli ex parlamentari condannati in via definitiva si è detta anche la Lega Nord. Il Carroccio ha invocato inoltre la revoca di ogni tipo di vitalizio o pensione per tutti i parlamentari cessati dal mandato.
Contro questo modo di vedere le cose si spesso espresso Pietro Grasso, attuale seconda carica dello Stato. Il presidente del Senato ha più volte ricordato che già l’istituzione del vitalizio è avvenuta tramite una delibera del Parlamento. Il ricorso alla Consulta appare più che mai scontato.
Alle 14 le riunioni negli Uffici di Presidenza
Alle 14, senatori e deputati discuteranno, negli Uffici di presidenza, in merito alla revoca dei vitalizi ai parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi. Ma la battaglia sembra essere ancora lunga.