La sentenza della Consulta sulle pensioni è “una decisione da rispettare, e che il governo non può ignorare. Ma a mio avviso gravemente sbagliata. E che crea un pericoloso precedente”. Lo afferma l’ex ministro Corrado Passera in un’intervista a La Stampa e con un intervento su Quotidiano Nazionale. “Con quella misura evitammo conseguenze ben peggiori. Nell’autunno 2011 il Paese rischiò una crisi drammatica e l’arrivo dei commissari europei che, loro sì, avrebbero tagliato pensioni, stipendi e servizi pubblici”.
Passera “Non è vero che l’intervento non fosse urgente”
Per questo “ritengo sbagliata la sentenza, perché non è vero che quell’intervento sulle pensioni non fosse urgente o motivato. Ed è improprio che si entri nel merito di decisioni governative che fanno parte di una più ampia manovra”. Per il presidente di Italia Unica “si tratta di un precedente grave. Così come è stata scritta, la sentenza può dare spazio a qualunque rivendicazione. Mi chiedo: è incostituzionale chiedere un contributo, seppur contenuto, in un momento nel quale il Paese stava andando in default? Allora potrebbe essere incostituzionale anche il blocco degli stipendi pubblici”.
Passera “Soldi pensioni vanno restituiti”
Adesso, tuttavia, “la sentenza va applicata e i soldi vanno restituiti, tutti, a chi ne ha diritto. Ma in nome di questo il governo non può chiedere nuovi sacrifici agli italiani”, sottolinea Passera. “Il pregresso 2013-14 si risolve con cessioni o indebitamento; il maggior onere futuro, invece, va coperto con una operazione seria di spending review. Ciò che va assolutamente evitato è di scaricare questa vicenda sui cittadini, riducendo i servizi a cui hanno diritto”.