Due giorni fa Pippo Civati ha lasciato il Pd predicendo che molti altri lo avrebbero seguito. L’unica persona ad imitarlo per ora è stata l’eurodeputata del Pd Elly Schlein “Me ne vado anche io, insieme a Pippo Civati – annuncia su Facebook – Esco anche io dal Partito Democratico, e continuerò con coerenza e con la stessa passione a fare le battaglie di sempre, su cui mi sono impegnata anzitutto con chi ha scritto il mio nome sulla scheda”.
In tanti ipotizzano a questo punto la nascita di un soggetto politico a sinistra che comprenderebbe gli ex grillini, Sel e i ribelli Pd. Nichi Vendola accarezza l’idea che questo movimento venga guidato dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Il diretto interessato non commenta ma in un’intervista a Left caldeggia la costruzione di un “nuovo soggetto di sinistra che riesca a governare con il Pd. Io – spiega Pisapia – vorrei avere un ruolo di ponte per fare tornare al dialogo persone che non si parlano ma che possono governare insieme, rinunciando a strappi e insulti. La sinistra ha mancato la rotazione di incarichi che è fondamentale per la vitalità. Spero che il futuro leader non sia uno dei soliti nomi, ma qualcuno che finora è rimasto dietro le quinte”.
Pd, no al Partito della Nazione
Niente Partito della Nazione quindi, che secondo alcuni, rischierebbe di imbarcare personaggi di dubbia provenienza. Lo spiega bene, in un’intervista a Libero, Miguel Gotor: “Se il Partito della Nazione è un partito pigliatutto, allora ti prendi anche i voti della camorra. Per questo voglio fare un appello a Renzi affinchè dica no agli impresentabili. Se il Partito della nazione pigliatutto, dobbiamo ricordarci che nel corpaccione italiano c’è di tutto, mentre noi dobbiamo saper dire no e mettere un freno politico e civile”.
Secondo Gotor è importante legare la campagna per le regionali alla riforma del Senato “perché secondo il testo approvato in prima lettura saranno proprio questi consiglieri regionali che stiamo per eleggere a scegliere chi fra di loro andrà a fare l’assessore e chi andrà il senatore, con tutte le prerogative di immunità parlamentare connesse. Non sono contrario alla riforma che prevede il superamento del bicameralismo perfetto e che ho votato in prima lettura, ma ritengo che il testo modificato dalla Camera vada corretto anche alla luce della nuova legge elettorale. Si tratta delle due facce di una stessa medaglia. Con l’Italicum -spiega- avremo una Camera con una maggioranza di parlamentari nominati, depositari del voto di fiducia nei confronti del governo e al Senato degli eletti di secondo grado, eletti con sistemi che sono quelli che stiamo sperimentando ad esempio in Campania”.
Pd, l’ironia di D’Alema
“Moriremo renziani? Intanto io spero di non morire, e questa è anche l’idea fondamentale degli uomini”. Così, con ironia, ha risposto ai giornalisti Massimo D’Alema oggi a Pisa a margine di un dibattito sulle riforme e la legge elettorale promosso dalla fondazione Italianieuropei