Pensioni, il governo punta a risolvere la questione in tempi brevi. Lo annuncia in un’intervista al Messaggero il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. “Entro la prossima settimana il Consiglio dei ministri potrebbe già varare un decreto. Meglio risolvere il prima possibile sia in termini di trattamento degli arretrati sia in termini di regime futuro, anche perchè la Commissione europea ci sta osservando attentamente. Non ripristineremo totalmente l’indicizzazione, lo faremo in modo parziale e selettivo. Progressività e temporaneità, come dice la Corte, vuol dire evidentemente che sono le pensioni più basse che devono essere protette più di quelle alte”.
“Se si dovesse ripristinare totalmente l’indicizzazione, l’Italia si troverebbe a violare simultaneamente il vincolo del 3%, l’aggiustamento strutturale e la regola del debito”, evidenzia Padoan. “La Commissione ci metterebbe immediatamente in procedura l’infrazione sia per il deficit che per il debito. Terremo conto delle fasce di reddito sia in termini di arretrati sia di trattamenti futuri. Ma allo stesso tempo – rileva il ministro – occorre mantenere sostanzialmente intatta la struttura del Def”, cosa possibile “perchè il Def era stato costruito avendo in mente un di più di risorse”.
Pensioni, Federmanager: “Pronti a fare nuovo ricorso”
“Un decreto che annacqua la sentenza della Consulta sulle pensioni? Siamo pronti ad impugnare anche quello. Da subito avevamo immaginato che il governo si sarebbe inventato qualche soluzione per depotenziare la portata della sentenza. Ma è chiaro che non ci stiamo”. Lo dice in un’intervista alla Stampa Giorgio Ambrogioni, presidente di Federmanager, che assieme a Manageritalia ha promosso il ricorso alla Corte costituzionale.
Pensioni, Zanetti: “Sacrifici anche per i baby pensionati”
I baby pensionati “non potranno sottrarsi ai sacrifici chiesti agli altri pensionati, perchè non sarebbe giusto penalizzare maggiormente un pensionato con un assegno di 3mila euro e 40 anni di contributi rispetto a un altro pensionato con un assegno anche di 1.500 euro che però ha versato contributi per soli 18 anni”. Lo afferma il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti, in un’intervista al Sole 24 Ore in cui rilancia la proposta di adottare un criterio di «gradualità», sia per gli importi sia per anzianità contributiva, con un «tetto di fatto» a 5mila euro. “Il punto di equilibrio compete al ministro Padoan anche sulla base di un’interlocuzione politica con le forze di maggioranza”, rileva Zanetti. “Sul 2015 abbiamo uno spazio di deficit pari allo 0,5% del Pil che equivale a 8 miliardi. L’alternativa, puramente teorica, sarebbe sforare la soglia del 3% o agire con compensazioni, ma per noi non c’è alcun intervento che può essere finanziato con un aumento delle tasse. La sentenza della Consulta è immediatamente applicabile ma offre anche al Governo la facoltà di adottare nuovi interventi. La soluzione migliore – dice il leader di Scelta Civica – sarebbe una norma procedurale che dia un paio di mesi all’Inps per fare i conteggi necessari per valutare un intervento anche sulla base degli anni di effettiva contribuzione di ciascuno”.