“Per i dirigenti della Pa la scelta del ruolo unico ci obbligherà a calibrare la quota di esterni, che dovrà essere piccola. Siccome ci saranno tre ruoli unici dovremo trovare un’unica quota contenuta per particolari esigenze”. Intervistata dal Corriere della Sera, il ministro della Pa Marianna Madia annuncia così l’intenzione di ridurre la quota di dirigenti pubblici esterni assunti senza concorso. Il ministro riflette sul blocco dei contratti e respinge la possibilità che venga spazzato via da una sentenza come quella sull’indicizzazione delle pensioni: “C’è già stata una sentenza che ha confermato il blocco, purchè temporaneo e finalizzato a meccanismi solidaristici nel Paese”. Ed annuncia un tavolo dopo la crisi economica: “Stiamo sfruttando le attuali condizioni più favorevoli per fare riforme che aiutino la crescita. Poi potrà ripartire la dialettica normale sui contratti”.
Pa, la staffetta generazionale
Madia si sofferma anche sulla staffetta generazionale, affidata nella delega alla volontarietà del dipendente che sceglie il part time per fare spazio a un giovane che si versa da solo i contributi: “Per il ricambio generazionale – dice il ministro – abbiamo abolito il trattenimento in servizio e l’affidamento di incarichi dirigenziali a pensionati. Sulla norma approvata al Senato mi sono rimessa all’Aula: i cittadini non vanno illusi. Senza fiscalizzazione dei contributi del part time e con la volontarietà quella norma sarà pressochè inutile”.
Pa, i dipendenti delle province
Torna poi sui dipendenti delle Province, assicurando che saranno pagati “e i sindacati lo sanno. Trovo irresponsabile che abbiano lanciato un allarme infondato. Il taglio di un miliardo alle Province non ricade sugli stipendi ma sugli sprechi”. Quanto alle modifiche alla riforma della PA, “personalmente – dice il ministro – vorrei introdurre il Freedom of information act, cioè l’apertura di tutti i dati ai cittadini”.