Tutti contro Pietro Grasso. Da una parte, chi voleva che sul taglio dei vitalizi ai parlamentari condannati si facesse di più; dall’altra, tutti quei vecchi e recalcitranti arnesi della politica a cui, per motivi di fedina penale, la lauta prebenda parlamentare sarà definitivamente depennata. Come riporta Dagospia, infatti, sulle scrivanie delle più alte cariche dello Stato sarebbe arrivata una lettera anonima (ma, assicura il Dagoreport, di chiara provenienza Pd) non proprio amichevole in cui il Presidente del Senato viene rappresentato come uno scialacquatore di denaro pubblico. Cioè pagato dai contribuenti. Come dire: da che pulpito vien la predica.
Le spese. La prima accusa mossa a Grasso è proprio quella di non aver rispettato la parola data il giorno del suo insediamento. Nel marzo 2013 infatti il neo eletto aveva dichiarato di voler rinunciare all’abitazione che spetta da sempre alla seconda carica dello Stato a Palazzo Giustiniani, a pochi metri da Palazzo Madama. In realtà dopo poche settimane – secondo Dagospia per volere della consorte Maria Fedele – l’ex Procuratore Nazionale Antimafia era diventato il nuovo inquilino dello storico palazzo romano. Tanto che, dopo le dimissioni di Napolitano (14 gennaio), il nostro non si era dovuto smuovere più di tanto perché l’ufficio del Presidente reggente si trova proprio a Palazzo Giustiniani. Furono i corazzieri a doversi spostare. Poi c’è il caso delle missioni all’estero, a cui partecipa rigorosamente anche la moglie Maria, di cui si sa poco o nulla. Ma i maligni sussurrano già che dopo le polemiche sull’aereo blu preso dalla Boldrini per assistere ai funerali di Mandela, ne seguiranno altri. Infine c’è il caso Rosario Aitala. Sul sito ufficiale del Senato, nella sezione “staff del Presidente”, si legge che Aitala è “consigliere per gli affari internazionali”. Ex magistrato palermitano, sostituto procuratore a Trapani, Aitala era fuori ruolo dal 2002. E il suo ultimo incarico risale al maggio 2012 quando è stato confermato consulente giuridico del ministero degli Esteri presso la Rappresentanza permanente d’Italia a Vienna. Secondo la vecchia legge il limite per i fuori ruolo con altro incarico è di dieci anni ma la riconferma dell’incarico presso la Farnesina sarebbe scaduta a maggio di quest’anno. Così Grasso è intervenuto chiedendo al Csm di prorogare il “fuori ruolo” di Aitala come consigliere della Presidenza del Senato. Il 18 aprile di due anni fa, così, il plenum ha approvato la delibera con 10 voti favorevoli, 7 contrari e 5 astenuti. L’incarico terminerà con la fine della legislatura cioè 15 anni dopo l’uscita dalla magistratura.
Contro il vitalizio. Della battaglia della coppia Grasso-Boldrini contro il vitalizio ai parlamentari condannati per “reati gravi” ne abbiamo già parlato la scorsa settimana, analizzando i tanti punti di debolezza di una delibera che ha lasciato non pochi insoddisfatti. Fa bene, tuttavia, ricordare ciò che solo una settimana fa aveva detto lo stesso Presidente del Senato ai cronisti mostrando tutta la sua delusione per il compromesso al ribasso ottenuto: “la mia delibera iniziale sui vitalizi era molto più rigorosa”. Qualcuno non deve averla presa bene.
Giacomo Salvini