Italia fuori dalla recessione. Nel primo trimestre 2015 il Pil è tornato a crescere, con un aumento dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2014.
Lo rende noto l’Istat nelle stime preliminari, calcolando invece su base annua una variazione nulla. I risultati sono superiori alle attese degli analisti.
Colaninno “Bene Governo Renzi, economia in ripresa”
“L’Istat certifica che siamo fuori dalla recessione. I dati sono un significativo e completo segnale che il Paese si è rimesso in moto. Siamo convinti che l’azione del Governo abbia contribuito al rilancio della nostra economia. Credo inoltre che nei prossimi mesi si dispiegheranno in maniera sempre più evidente i risultati del Jobs Act”. Lo ha detto Matteo Colaninno, del Partito Democratico, commentando le stime preliminari del Pil registrate dall’Istat. “Chiaramente stiamo beneficiando di un favorevole contesto internazionale, il clima nelle imprese e tra gli imprenditori è cambiato, e si percepisce finalmente un sentiment positivo che produrrà effetti benefici sull’occupazione. Il merito è stato poi quello di cominciare ad approfittare della situazione. Ciò significa che è ancora più indispensabile proseguire sul cammino delle riforme”, aggiunge. “L’affidabilità del nostro Paese, elemento decisivo sui mercati internazionali, si lega anche e soprattutto all’impegno riformatore che intendiamo proseguire con ancora maggior forza anche alla luce di questi primi dati veramente positivi”.
Consumatori “Troppo poco per accendere entusiasmi”
“Basta poco, troppo poco, per accendere gli entusiasmi”. Lo affermano in una nota Adusbef e Federconsumatori commentando i dati sul Pil. Secondo le associazioni, “non possiamo ancora annunciare la fuoriuscita dalla crisi, a maggior ragione se si guarda all’andamento economico nel suo complesso. La disoccupazione è ancora su livelli altissimi, il potere di acquisto delle famiglie è ai minimi termini ed i consumi ne risentono in maniera significativa: basti pensare che nell’ultimo triennio hanno segnato un calo del -10,7%, pari ad una minore spesa di 78 miliardi da parte delle famiglie. Questi dati – concludono – restituiscono un quadro allarmante, ancora ben lontano dalla ripresa annunciata, in modo irresponsabile e prematuro, da molti”.