Infografiche dedicate questa settimana all’inflazione, in Italia e nel mondo.
Dagli anni ’70 in poi si è trattato di un argomento molto caldo a causa delle fiammate dei prezzi, ma con la crisi economica stiamo piuttosto subendo un allarme deflazione.
Molto è cambiato infatti nel corso dei decenni: nella prima infografica vediamo i livelli di inflazione nei vari Paesi, dove l’Italia risulta tra quelli con aumento dei prezzi più basso, diciamo zero. Non sorprende trovare invece l’Argentina ai primi posti (con dati probabilmente falsificati dal governo), o Paesi come la Russia che ha subito una grave svalutazione, o quelli emergenti come il Brasile. Stupisce di più il 2,3% del Giappone, che è il risultato della massiccia stampa di moneta per fare uscire il Paese da una deflazione che dura, seppur a fasi alterne, dai primi anni ’90.
Nella seconda infografica osserviamo invece il confronto tra Italia e Germania, da sempre il punto di riferimento e da sempre con una inflazione minore della nostra, come si vede anche negli anni dell’euro. Dalla fine degli anni ’90 in poi infatti il differenziale è stato di circa l’1%, apparentemente poco, ma che sommato anno dopo anno ha creato una differenziale di competitività a svantaggio dell’Italia. Solo da metà 2013 il trend si è finalmente invertito.
Vediamo poi una relazione tra reddito procapite ed inflazione. In questo caso si conferma come i Paesi emergenti, con reddito più basso ma crescita più alta, abbiano decisamente un‘inflazione superiore, meccanismo grazie al quale nel tempo il gap con i Paesi ricchi si chiude: ciò si converte non solo in vantaggi di prezzo, ma anche in produzioni a maggiore valore aggiunto. Oltre alla Russia, che si trova in una situazione eccezionale, un outlier notevole è la Cina, che riesce a controllare i prezzi ed avere un’inflazione eccezionalmente bassa data la grande crescita economica.
Infine, per divertirsi, la storia dell’inflazione dal 1985: un giro sulle montagne russe tra deflazioni e iperinflazioni in 30 anni di storia dell’economia.