Agenda immigrazione Ue: vittoria della Mogherini, il piano delle “quote” ancora in ballo, salgono le possibilità di intervento militare in Libia.
La vittoria della Mogherini
L’ha scritto molto chiaramente Daniele Raineri su Il Foglio, Federica Mogherini non aveva una missione facile. Il capo della diplomazia europea ha dovuto affrontare diversi ostacoli per far passare l’agenda sui rifugiati, innanzitutto perché è noto che non pochi, dalle parti di Bruxelles, pensano che l’immigrazione sia un problema solo di italiani, greci, spagnoli e maltesi.
Adesso che la Commissione Europea adotterà la nuova Agenda sull’immigrazione è finalmente arrivata “una risposta europea che è una risposta globale, che coglie tutti gli aspetti del problema” ha dichiarato la Mogherini, aggiungendo che “riusciremo a distruggere le organizzazioni criminali aiutando i migranti a fuggire con le loro mani”. Tutto ciò dovrebbe avvenire in particolare grazie al sistema delle “quote” che, tuttavia, è ancora un bel nodo da sciogliere.
Il muro di Dublino
Il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha dichiarato senza mezzi termini che oggi “è caduto il muro di Dublino” anche se il successo italiano sarebbe stato completo “strappando un sì sulle quote”. D’altra parte il Regno Unito, fermo oppositore della “ripartizione di responsabilità”, oggi è tornato alla carica con il suo Home Secretary Theresa May: “l’Ue dovrebbe lavorare per stabilire dei siti di accoglienza sicuri in Africa del Nord, con un programma attivo di ritorno”.
La questione rimane aperta, tuttavia, la Commissione Europea proporrà entro fine maggio un piano di “reinsediamento” per circa 20mila rifugiati, attualmente in campi profughi all’estero, aventi diritto all’asilo in Europa (per l’Italia si tratterebbe di circa 2000 persone equivalenti al 9,94% del totale). Entro fine anno dovrebbe arrivare dalla Commissione una proposta per rendere automatico il meccanismo di ricollocazione dei richiedenti, tutte le volte che si verifica un “afflusso massiccio”.
Boots on the ground
D’altra parte, il piano della Commissione Europea non si fermerebbe qui, almeno stando al The Guardian. Secondo l’autorevole quotidiano britannico, che riferisce di aver visionato un documento riservato, la comunità dei 28 sta fortemente prendendo in considerazione l’eventualità non solo di distruggere le imbarcazioni dei trafficanti, con operazioni aeree e navali nelle acque territoriali libiche, ma anche di intervenire “stivali sul terreno” in Libia.
La Mogherini finora ha negato le indiscrezioni, ma la scorsa settimana si è recata in Cina, sembra proprio, per chiedere a Pechino di non opporre il veto alla richiesta di intervento che tra qualche mese sarà sottoposta all’ONU. Senza l’approvazione delle Nazioni Unite, ogni azione sarebbe “illegale”.
Amnesty International, che in recente rapporto ha descritto innumerevoli crudeltà e torture alle quali i trafficanti sottopongono i migranti (financo violenze sessuali), ha evidenziato che ogni azione contro i trafficanti avrà comunque un alto costo in termini di vite umane se “non si offriranno percorsi alternativi a chi fugge dal conflitto in Libia”.