Sondaggio Demos: alta la fiducia nella scuola e negli insegnanti (7/05)
Sondaggio Demos di Ilvo Diamanti per Repubblica: elevata fiducia nella scuola e negli insegnanti, specialmente se pubblici. Il medico è la figura professionale più prestigiosa. Condizioni sfavorevoli per i giovani.
La recente riforma “ La Buona Scuola” ha acceso un faro sulle considerazioni degli italiani sul ruolo degli insegnati e sul funzionamento dell’istruzione. La notizia principale è che nel campione si registra un’elevata soddisfazione sull’efficienza della scuola (60%). Il grado di fiducia è addirittura maggiore se si guarda agli insegnanti. Proprio questo, secondo Ilvo Diamanti, spiega il modus operandi del premier, Matteo Renzi. Il Presidente del Consiglio, essendo ben cosciente di questi dati, non perde occasione per sottolineare la differenza tra i sindacati, gli insegnati e gli studenti. Secondo il suo parere, i primi sono parte essenziale della “palude”, gli altri sono gli interlocutori a cui bisogna rivolgersi e con i quali interloquire. La Scuola appartiene a loro, è lo slogan di questi giorni.
Guardando il grafico sul prestigio sociale di alcune professioni ci si accorge che il medico risulta essere quella più prestigiosa con l’83% (+9) seguito dal docente universitario al 72% (+15), primo nella categoria istruzione. Al terzo posto ci sono Giudici e magistrati (+2) seguiti dall’insegnante di scuola elementare (62%) che aumenta il suo appeal addirittura di venti punti, scavalcando per esempio il dirigente d’impresa fermo al 61. Gli insegnanti di scuola superiore sono al 58%, (+18), e l’insegnati delle scuole medie con il 56% e lo stesso aumento.
La seconda immagine si focalizza solamente sul prestigio sociale degli insegnati. E’ indubbiamente da sottolineare come il trend sia in estrema in crescita. Dal 2007 al 2015 si registrano, per tutti i gradi di insegnamento, aumenti del prestigio sociale che vanno dal 15 al 20 per cento.
La differenza tra rendimento sociale e investimento, però, in Italia risulta essere particolarmente elevata. Per effettuare una vera “buona scuola” servono sicuramente maggiori risorse economiche rispetto a quelle attuali. Diamanti spiega come L’Italia, infatti, impieghi solamente il 4,2% del proprio Pil nell’istruzione pubblica e in Europa, per questo è la 23esima. Ancora peggiore è l’investimento sulla ricerca: pari ad un misero 1%. Nonostante questi dati, la scuola funziona e funzione bene grazie al lavoro degli insegnati.
Cosa accade ai giovani, però, una volta usciti dal sistema scolastico? 7 italiani su 10 ritengono che per i ragazzi, l’unica soluzione è andare all’estero. Il dato nel 2008 si fermava solamente al 48%. Un dato agghiacciante sul quale bisogna riflettere.
Strettamente conseguente a questa considerazione si può leggere l’ultimo grafico che riguarda il futuro dei giovani. Secondo il 67% del campione intervistato le condizioni delle nuove generazioni saranno peggiori di quelle dei loro genitori. Se si guarda l’origine della serie storica, 2008, la percentuale è aumentata del 18%. Se si considera, invece, il 2013 si può notare come ci sia stato un calo del 3%.