La sorella di un killer candidata per SEL alle prossime regionali in Puglia scuote il partito guidato da Nichi Vendola. “Le vicende giudiziarie che hanno coinvolto la famiglia Cenicola erano a noi sconosciute fino a quando non le abbiamo apprese dalla stampa stamattina. Pur restando fermamente garantisti, nel caso di processi in corso e tanto più dinanzi ad una sentenza di assoluzione, riconosciamo una possibile nostra disattenzione nell’aver accettato la sua proposta di candidatura nelle nostre liste. Carmela Cenicola è estranea a qualsiasi vicenda giudiziaria e tuttavia per ragioni di opportunità non avrebbe dovuto far parte della nostra squadra” affermano il segretario pugliese di Sel Ciccio Ferrara, il sen. Dario Stefano e Guglielmo Minervini a nome della lista “Noi a Sinistra per la Puglia” dopo l’articolo odierno de La Repubblica sulle vicende giudiziarie della candidata.
Regionali Puglia, Sel “Cenicola faccia un passo indietro”
“Siamo convinti – proseguono – che la politica debba essere sempre la prima a dare il buon esempio, a partire da una rigida selezione dei candidati e delle candidate, anche da un punto di vista della opportunità. La nostra diversità passa anche da questo: dal riconoscere gli errori quando si sbaglia e provare a porvi rimedio immediatamente. Affrontiamo questa vicenda nell’unico modo in cui il nostro partito sa fare, con serietà e rigore, chiedendo un atto di responsabilità a Carmela Cenicola – concludono – faccia un passo indietro e ritiri la propria candidatura al consiglio regionale pugliese dalla lista Noi a Sinistra per la Puglia”.
Regionali Puglia, chi è Carmela Cenicola
Carmela Cenicola, di 42 anni, è la sorella di Vincenzo Cenicola, 30 anni, condannato a 8 anni e mezzo per l’omicidio di Fabrizio Pignatelli, ed è stata inserita nella lista ‘Noi a Sinistra per la Puglia‘, promossa dal presidente della Regione uscente, Nichi Vendola e dal senatore in quota Sel, Dario Stefano. Lo schieramento appoggia la corsa a governatore del candidato del centrosinistra Michele Emiliano. Anche Carmela Cenicola era imputata in quel processo, con l’accusa di minacce. Condannata in primo grado a due anni di reclusione è stata poi assolta in secondo grado, insieme ad altre 34 persone. La donna è finita nelle carte del procedimento penale soprattutto per una serie di intercettazioni ambientali durante le sue visite in carcere al fratello: nel corso dei colloqui la donna usò parole violente contro i magistrati.